Il Foro Romano
Centro commerciale, religioso, politico e giudiziario della città fino a tutta l’età repubblicana e monumentale luogo di memorie sacre fino alla fine del mondo antico, il foro romano è legato nella sua origine alla trasformazione in organismo urbano dei primitivi villaggi sorti sulle alture circostanti. Posta tra il Palatino, il Campidoglio e le ultime pendici del Quirinale e del Viminale, la valle del foro era stata anch’essa interessata, sia pure marginalmente, dalla presenza di modesti nuclei di capanne e di un esteso sepolcreto, tra la tarda Età del Bronzo e la prima Età del Ferro.
Poi, la valle venne a trovarsi naturalmente al centro degli abitati unificati, diventando il cuore della città da quando, verso la fine del VII secolo a.C., dopo essere stata bonificata dalle acque stagnanti mediante la cloaca maxima, ricevette una regolare delimitazione e la prima pavimentazione. Da quel momento, mentre la parte della valle che è ai piedi dell’Arce Capitolina veniva destinata alla funzioni politiche con la creazione del Comizio per l’assemblea del popolo e della Curia per le adunanze del Senato, la parte più estesa assumeva il ruolo della piazza dove alle botteghe e ai luoghi di mercato si accompagnavano i santuari più vetusti della città (Templi di Vesta, di Saturno, di Giano, dei Dioscuri).
La via Sacra, che attraversava la piazza in tutta la sua lunghezza per salire fino al tempio di Giove sul Campidoglio, trasse forse il suo nome proprio dalla presenza di tali santuari. Accanto ad essi, un altro luogo rivestì una particolare importanza e un preciso significato: quello dove un singolare complesso di piccoli monumenti (un altare, un cippo con un’iscrizione in latino arcaico e una colonna) fu interpretato come la tomba del mitico fondatore Romolo e fu protetto con grandi lastre di pietra nera: il Lapis Niger.
In seguito, nel corso del II secolo a.C., la costruzione delle prime basiliche e in particolare della basilica Emilia accentuò il carattere di centro della vita politica e amministrativa del foro, il quale prese intanto ad assumere la sua fisionomia definitiva. Questa fu raggiunta nell’ultimo secolo della Repubblica dopo che l’edificio del Tabularium, sede dell’archivio dello Stato, costruito all’inizio del I secolo a.C. alle pendici del Campidoglio, ne aveva determinato l’asse principale di orientamento. A dare al foro l’ultima globale e monumentale sistemazione furono Giulio Cesare ed Ottaviano Augusto: il primo spostando la Curia e i Rostri (la tribuna dalla quale i magistrati parlavano al popolo) e facendo costruire la basilica Giulia di fronte alla Emilia; il secondo chiudendo il quarto lato della piazza, ancora indefinito, con il tempio dedicato allo stesso Cesare divinizzato.
Con questa sistemazione cominciò però, per il foro, l’inizio della fine del ruolo intenso, a volte tumultuoso e drammatico, di cuore della città.
Con l’avvento dell’Impero infatti il centro della vita pubblica andò gradualmente spostandosi nel complesso dei vicini fori imperiali, più grandi e più funzionali. Il vecchio foro si trasformò allora in un monumentale luogo di rappresentanza e di memorie storiche, al quale si continuò a ricorrere quasi soltanto per aggiungere alla già fitta trama di edifici qualche altro monumento commemorativo ed onorario: i templi di Vespasiano e Tito, di Antonino Pio e Faustina, l’arco di Settimio Severo inserito tra i Rostri e la Curia, i monumenti equestri di Domiziano e di Costantino, le colonne onorarie di fronte alla basilica Giulia.
E proprio una colonna onoraria, quella dell’imperatore di Bisanzio Focas, fu nell’anno 608 d.C. l’ultimo monumento innalzato nel foro quando peraltro la storia millenaria del più importante luogo di Roma era già tramontata da tempo. Un panorama quanto mai vivo della vita che si svolgeva nel foro durante l’età repubblicana ci viene fornito da Plauto nella sua commedia Curculio; è ben noto il passo nel quale il poeta conduce lo spettatore attraverso i punti principali del foro, rivelando di ciascuno l’aspetto caratteristico, a seconda della variegata umanità (prostitute, falsi testimoni, disoccupati, usurai ecc.) che lo frequentava.
La visita guidata didattica per le scuole al foro Romano dura circa due ore e comprende i momenti principali: il tempio di Saturno alle pendici del Campidoglio, la Curia, l’area del Comizio, i Rostri, la basilica Giulia, il tempio di Vesta e la casa delle Vestali, la Regia, la basilica di Massenzio e Costantino, gli archi di Tito e di Settimio Severo, il tempio del Divo Romolo, il tempio dei Dioscuri, la fonte di Giuturna e tutte le emergenze monumentali più significative della valle del foro.
È necessario l’elenco degli alunni su carta intestata della scuola per ottenere le gratuità complete sia nella visita guidata che nei biglietti d’ingresso. Per informazioni, chiamaci ai nn. 0661661527; 0697858194, oppure compila il form sottostante, oppure scrivici a: inforomabella@virgilio.it.