La monumentalità di Roma Barocca - laboratorio per le scuole
Nel Seicento romano il monumentale si fa completamente scenografico, fino alla ricerca dell’eclatante e del bizzarro, ma con grandi valori artistici, grazie al genio di Carlo Maderno, Alessandro Algardi, Pietro da Cortona, Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini. Roma diventa una città-teatro. Prende le mosse dalle basiliche patriarcali che nelle facciate si ammantano di gestualità tra statue e colonnati, sfavillando all’interno di oro e di argento, tra cori angelici e bassorilievi a forma di palchi e sipari. Così in San Pietro la splendida Confessione con il baldacchino bronzeo sullo sfondo della Gloria e sottostante la grandiosa cupola; e a fronte della meravigliosa facciata, in veste di sipario, l’apertura di una piazza circoscritta dal colonnato, simbolica immagine della Chiesa-Cristo che allarga le braccia per accogliere il mondo.
Così molte chiese si rifanno il trucco apparendoci come oggi le vediamo, splendidi ambienti realizzati in armonia con il contesto urbanistico. Si veda ad esempio Santa Maria della Pace, che la genialità di Pietro da Cortona ha collocato ad arte con quel portico semicircolare capace di illudere lo spettatore con una piazzetta antistante che in realtà non esiste. San Carlino alle Quattro Fontane con l’ingegnosità della cupola ovale e il lanternino creati dal Borromini; Sant’Andrea al Quirinale, un’autentica scenografia teatrale aperta su tutti i lati in un colpo d’occhio unico per lo spettatore sulle cappelle circostanti. Sant’Ivo alla Sapienza, geniale esaltazione della famiglia Barberini, con quella pianta ad ape che si ripropone nel pungiglione del lanternino, in una essenzialità architettonica così decorativa che non ha bisogno di eccessivi paramenti ornamentali. È anche vero che a volte le sculture da sole fanno lo splendore delle chiese, dall’Estasi di Santa Teresa in Santa Maria della Vittoria alla Beata Ludovica Albertoni in San Francesco a Ripa e Santa Cecilia nella basilica di Trastevere.
E poi i palazzi decorati di stucchi e iscrizioni, con superbi portali, androni con busti tra nicchie, cortili con logge e rampe di scale elicoidali, sale affrescate in funzioni prospettiche, profluvi di decorazioni sulle porte. Fino a diventare edifici in forma di cittadella, con teatro e scuderie, autosufficienti e lussuosi al massimo. Sono le grandi dimore dei Borghese, dei Barberini, dei Pamphili e dei Chigi, intorno alle quali sorgono vere e proprie isole residenziali, chiuse a volte da catene per una sorta di extraterritorialità conquistata nelle piazze all’insegna del cognome della dinastia, come proprietà privata e personalmente decorate. Così la piazza Barberini, con le fontana del Tritone e delle Api, e la Piazza Navona, con la fontana dei quattro fiumi, diventano teatri che si prestano a giochi, balli, banchetti tra marchingegni scenografici, costruzioni effimere, fuochi d’artificio.
L’itinerario di ROMA BAROCCA per la scuola primaria e secondaria dura 2 h e 30’ e prevede le seguenti tappe (il percorso è tutto a piedi, con la guida): PIAZZA NAVONA, SANT’IVO ALLA SAPIENZA, PALAZZO MADAMA, SAN LUIGI DEI FRANCESI CON ILLUSTRAZIONE DELLE OPERE DI CARAVAGGIO, PANTHEON, PIAZZA DI MONTECITORIO, PIAZZA COLONNA, VIA DEL CORSO, FONTANA DI TREVI, PIAZZA DI SPAGNA. Si può effettuare anche al contrario.
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