Gite scolastiche necropoli e museo di Tarquinia
Il percorso storico di Tarquinia (etrusco Tarchna), durante l’intero corso del IX secolo a.C. e parte dell’VIII, si ricostruisce a sprazzi con molte lacune dai dati forniti dalle ricerche territoriali, dai piccoli insediamenti che circondano il sito della città come quello venuto alla luce ai Monterozzi in località Calvario, a seguito degli scavi della Fondazione Lerici e degli scavi in corso alla Civita e alla c.d. “Ara della Regina”.
A ciò si aggiunge la testimonianza offerta dalla necropoli dei Monterozzi e dai nuclei di necropoli secondari che si sono sviluppati sui poggi situati ad oriente (poggio Selciatello, dell’Impiccato e Selciatello di Sopra). La storia, almeno per il momento, sembra collimare con quanto accade agli inizi dell’Età del Ferro nei vari abitati dell’Etruria meridionale costiera, dove si assiste a notevoli cambiamenti nel popolamento del territorio, allo sfruttamento più intensivo delle risorse naturali, ad una diversa dislocazione degli abitati.
L’abitato di Tarquinia si estende sull’intera superficie dei pianori (piano di Civita, piano della Regina, poggio Cretoncini) e funziona da polo aggregante incorporando ben presto i piccoli nuclei abitativi dei Monterozzi facenti capo ai sepolcreti Le Rose, Arcatelle, Infernaccio, Acquetta. Il ruolo predominante di Tarquinia rispetto agli altri centri dell’Etruria Meridionale si deve sostanzialmente all’abilità e alla capacità degli abitanti che si muovono in alcune principali direzioni: abile sfruttamento del territorio, sicché la città si trova al centro di una ricca produzione agricola e la mette in condizione di smerciare il surplus, attivo controllo delle miniere dei Monti della Tolfa che consentono di dare luogo ad un’eccezionale produzione metallurgica che, talora, si fregia di pezzi di rara finezza esecutiva. Si aggiunga la notevole rapidità nel prendere contatti con le altre comunità dell’Italia antica, precoce inizio del dominio futuro delle rotte mediterranee all’epoca della talassocrazia etrusca.
Tuttavia l’elemento straordinariamente importante che mette Tarquinia in una condizione privilegiata è il controllo delle saline sul litorale. E’ ancora oggi segno di questa remota vocazione l’esistenza di un borgo costiero nei pressi delle attuali saline lungo la costa a nord della Pineta di San Giorgio. Lo scavo del “complesso sacro” della Civita, visto in tutti suoi aspetti, dà modo di ipotizzare che l’agglomerato proto-urbano in questa fase (fine IX secolo a.C.) abbia le caratteristiche di un insediamento abbastanza ben organizzato. Probabilmente nel corso della prima generazione la vita sociale si basa sul sostegno reciproco dei vari gruppi di abitanti. Ben presto (fine IX-inizi VIII secolo) questa situazione viene superata da segnali di gerarchizzazione sociale sicché, nell’arco di alcune generazioni, gli stessi abitanti si danno assai velocemente una struttura socio-politica. Nelle necropoli, i corredi funerari di IX secolo avanzato alludono alla presenza di individui con ruoli specifici, in un’articolata organizzazione sociale cui conseguono distinzioni di rango, sia nella sfera maschile che femminile.
Nel corso della gita scolastica a Tarquinia, che comprende la necropoli dei Monterozzi ed il Museo etrusco, illustreremo pertanto agli allievi anche gli aspetti più importanti della fase protostorica, corrispondente all’Età del ferro ed al periodo della Cultura detta Villanoviana.
Per la gita scolastica a Tarquinia occorre considerare una interna giornata, con pausa pranzo nell’area pic nic della necropoli di Monterozzi. Per le gratuità complete è necessario presentare alla biglietteria l’elenco degli alunni su carta intestata dell’Istituto scolastico. Per ulteriori informazioni, scrivere una mail a inforomabella@virgilio.it, oppure compilare il form sottostante, oppure chiamare i nn. 0661661527, 0697858194.