Sabato 19 novembre 2022 h 16: la Chiesa di Santa Maria in Vallicella
APPUNTAMENTO: SABATO 19 NOVEMBRE 2022 H 16 IN PIAZZA DI SANTA MARIA IN VALLICELLA. DURATA: 1 H. LA GUIDA E' RICONOSCIBILE IN LOCO DAL CARTELLO ROMA BELLA.
PRENOTAZIONE: OBBLIGATORIA VIA MAIL A: inforomabella@virgilio.it, o chiamando i n. tel. 0697858194; 0661661527, o compilando il form sottostante. Visita guidata gratuita; ingressi liberi.
La chiesa di Santa Maria in Vallicella è stata costruita, tra il 1575 i primi del Settecento, sulle rovine di tre chiese appositamente demolite, una delle quali si chiamava Santa Maria in Vallicella, appellativo che faceva riferimento ad un avvallamento del terreno nella zona. Il popolo la soprannominò “chiesa nuova” per distinguerla dalla precedente, tanto che il nome fu dato anche alla piazza antistante. Venne edificata per iniziativa di San Filippo Neri e con l’aiuto di Papa Gregorio XIII. Nello scavare le fondamenta, fu scoperto un lungo muro antico (paries), sul quale poggia tutto il fianco della costruzione, che dette nome al sesto rione, Parione, con riferimento appunto alla “grande parete”.
Progettata da Martino Longhi il Vecchio, con interno disegnato dal Borromini, fu in parte affrescata da Pietro da Cortona, per la volta, i pennacchi e la calotta della cupola.
Di Pier Paolo Rubens sono la “Gloria di Angeli” sull’altare maggiore, e le grandi composizioni sui lati del presbiterio raffiguranti i Santi Domitilla, Nereo, Achilleo, a sinistra, i Santi Gregorio, Mauro e Papia a destra. Di Carlo Rainaldi è la Cappella Spada con dipinti di Carlo Maratta; splendida è la cappella di San Filippo Neri, con dipinti del Pomarancio e una pala che riproduce in mosaico l’originale immagine di San Filippo Neri opera di Guido Reni. Uno dei muri della cappella è quello della stanza dove il Santo morì, l’unico risparmiato dal fuoco provocato accidentalmente dalla girandola di Castel Sant’Angelo il 28 maggio 1620.
Annesso alla chiesa si trova l’Oratorio dei Filippini, detto anche Oratorio del Borromini, che lo realizzò tra il 1637 e il 1667, insieme al convento. Il convento si sviluppa su tre facciate in mattoni laterizi stilati su quattro piani, con finestre a riquadratura semplice; l’Oratorio ha una facciata morbida a laterizi chiari, smorzato quanto occorre nel suo equilibrio dalle due tamponature fiancheggianti il timpano ondulato, che sono state realizzate per l’ampiamento della Biblioteca Vallicelliana annessa al convento. Dopo il 1870, parte del convento e l’oratorio furono requisiti dello Stato Italiano e destinati a sede di tribunale della Corte d’Assise, ma nel 1911 il convento fu restituito ai padri Filippini, mentre l’Oratorio e la Biblioteca furono acquistati dal Comune di Roma.