Il Museo Gregoriano Egizio in Vaticano per la scuola
Il Museo Gregoriano Egizio in Vaticano fu inaugurato da Papa Gregorio XVI nel 1839. Lo scopo del pontefice era quello di raccogliere il maggior numero possibile di antichità egizie, e, attraverso di essere, reinterpretare le Sacre Scritture, in cui il ruolo della Civiltà Egizia è molto importante.
Dall’Egitto infatti il popolo eletto si era messo in viaggio verso la Terra Promessa, e mostrare in un museo i tesori archeologici di quei luoghi significava poter dare una collocazione storica e geografica autentica al messaggio biblico. Inoltre, da pochi anni i geroglifici egizi erano stati decifrati grazie alla stele di Rosetta (1822), e così anche Gregorio XVI volle offrire il suo contributo alla incrementata conoscenza del mondo egizio.
Per di più, il papa aveva a disposizione tutto ciò di cui necessitava per allestire il nuovo museo: a Roma e a Tivoli, a Villa Adriana, i capolavori egizi erano cominciati a giungere fin dal I secolo d.C., per volontà degli imperatori romani attirati dalla bellezza della nuova provincia sottoposta all’Impero.
A Roma in epoca imperiale si collezionavano opere d’arte egizie, ma anche "in stile egizio", ovvero riprodotte (obelischi, statue, geroglifici) di sana pianta, per dare un aspetto esotico alle ricche domus aristocratiche. L’esempio più chiaro è quello della Villa dell'imperatore Adriano a Tivoli, con le simboliche ricostruzioni della Valle del Nilo e del Canopo, il canale che collegava Alessandria al Delta del Nilo.
Una intera sala del Museo Gregoriano Egizio è dedicata ai costumi funerari: illustriamo il sarcofago della sacerdotessa Djer-Mur, "nutrice del dio Montu"; i vasi canopi, in cui gli imbalsamatori custodivano gli organi e gli intestini estratti dal corpo del defunto nel corso della mummificazione: polmoni, fegato, stomaco e intestino; il modellino in legno di una barca, con timoniere e rematori, proveniente da una sepoltura del III millennio a.C.
Interessantissimo è il Libro dei Morti appartenuto al sacerdote Pacherientahier e risalente al VI secolo a.C.; lungo 16 metri, fu sezionato e diviso, per motivi di conservazione, in 31 fogli incollati su lino e legati insieme in modo da comporre un libro. Era una specie di manuale di istruzione, con preghiere, formule religiose ed esempi di condotta, da utilizzare per superare i momenti più critici del difficile passaggio verso l’Aldilà.
Per ulteriori informazioni o per prenotare la visita guidata nel Museo Egizio in Vaticano per la scuola primaria e secondaria, chiamare i nn. 0697858194, 0661661527, o compilare il form sottostante, oppure inviare una mail a inforomabella@virgilio.it, lasciando un recapito per essere ricontattati. Per ottenere tutte le gratuità complete di ingresso + guida è necessario l’elenco degli alunni timbrato dall’Istituto.