Tarquinia etrusca per le scuole
Tarquinia, in etrusco Tarchna, può essere ritenuta la madrepatria del popolo etrusco e la città più importante dell’Etruria Meridionale Tirrenica. Secondo la tradizione storiografica sarebbe stata fondata dai Lidi, popolazione emigrata dalla terra d’origine, l’Anatolia, a causa di una carestia, fondando l’insediamento sulla costa tirrenica sotto la guida del condottiero Tarconte: Tarquinia è dunque la “città di Tarchun” < etr. *Tarchu-na.
L’area dell’abitato si estendeva sulla zona denominata oggi Pian di Civita, mentre il borgo medievale e la città moderna occupano una parte della vastissima necropoli adagiata sulla collina dei Monterozzi, prospiciente il mare. Qui potremo visitare le più importanti testimonianze della pittura funeraria dal periodo orientalizzante fino all’epoca della romanizzazione (VII – II secolo a.C.). Le tombe a camera di Tarquinia sono tutte ipogee, a differenza di quelle di Cerveteri che possono trovarsi anche sul piano di campagna. Anche queste, come quelle ceretane, erano sormontate da tumuli, che tuttavia non si sono conservati sia a causa dei saccheggi perpetrati nel corso dei secoli, sia a causa delle profonde arature meccaniche effettuate dal Consorzio di Bonifica della Maremma Etrusca negli anni Cinquanta del Novecento.
MATTINA. La visita guidata alla necropoli dei Monterozzi per le scuole dura 2 ore, e comprende le più belle tombe dipinte: La tomba della Caccia e Pesca, risalente alla fine del VI secolo a.C. e confrontabile con la Tomba del Tuffatore di Paestum, probabilmente eseguita dalla stessa bottega di decoratori itineranti; la Tomba delle Leonesse, piccola camera con scena di banchetto e di danze, dai colori ancora incredibilmente vivaci nonostante i 2500 anni trascorsi; la tomba dei Giocolieri, anche questa con scene di giochi funebri e danze, quella dei Caronti risalente al pieno Ellenismo, poi ancora la tomba della Caccia al Cervo, quella degli Arnthuna, la tomba Cardarelli, la tomba Bartoccini ed infine, gioiello della necropoli, la piccola e preziosa tomba dei Leopardi, con una scena di banchetto aristocratico sulla parete di fondo e altre meravigliose pitture con auleti, suonatori e danzatori sulle pareti laterali.
PAUSA PRANZO al sacco nelle aree pic-nic della necropoli, provviste di tavoli, coperture e toilette.
POMERIGGIO. Ci trasferiamo a piedi al Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia accolto nel rinascimentale Palazzo Vitelleschi, passando per il suggestivo borgo medievale, dove potremo ammirare le mura del XIII secolo, la Porta San Francesco, l’omonima chiesa e la piazza del Comune con la fontana di Filippo Barigioni.
Il Museo si costituisce agli inizi del XX secolo attraverso l’accorpamento di due collezioni, la Raccolta Comunale e il lascito dei Conti Bruschi Falgari. Al pianterreno accoglie le sale dedicate ai sarcofagi, in tufo, calcare e pietra alabastrina, alcuni dei quali (sarcofago del Sacerdote, Sarcofago del Magnate, Sarcofago dell’Obeso, Sarcofago di Laris Pulenas) di pregevolissima fattura. Al primo piano si trovano le collezioni ceramiche, dall’epoca villanoviana (IX-VIII secolo a.C.) fino al IV secolo a.C., ed i materiali provenienti dalla stipe votiva del Tempio detto Ara della Regina, frutto degli scavi dell’archeologo Pietro Romanelli.
Al secondo piano del Museo, corrispondente un tempo agli appartamenti privati del Cardinal Giovanni Vitelleschi, troveremo i plastici ricostruttivi del tempio sopra nominato, una campionatura delle sue magnifiche terrecotte architettoniche, tra cui i famosi Cavalli Alati, e le ricostruzioni di alcune tombe come quella del Triclinio e quella delle Bighe.
Si termina l’escursione intorno alle h 16, è possibile invertire e fare prima il museo e poi la necropoli dei Monterozzi. La visita è gratuita, per ottenere le gratuità è necessario l’elenco degli alunni su carta intestata della scuola.
Per maggiori informazioni, chiamaci ai nn. 0661661527, 0697858194, oppure scrivici a: inforomabella@virgilio.it, oppure compila il form sottostante.