Domenica 1 gennaio 2023 h 16,15: la basilica di Santa Cecilia in Trastevere con i sotterranei
APPUNTAMENTO: Domenica 1 gennaio 2023 h 16,15: A PIAZZA DI SANTA CECILIA IN TRASTEVERE DAVANTI ALL'INGRESSO DELLA CHIESA. DURATA: 1 H. LA GUIDA E' RICONOSCIBILE IN LOCO DAL CARTELLO ROMA BELLA.
PRENOTAZIONE: OBBLIGATORIA VIA MAIL A: inforomabella@virgilio.it, o chiamando i n. tel. 0697858194; 0661661527, cell. 3669430785 (WHATSAPP), oppure compilando il form sottostante. Visita gratuita per i soci, eventuali ingressi / offerte sono a carico dei Soci partecipanti. La tessera di ROMA BELLA costa 15 euro, vale 12 mesi, consente di aderire ad un numero illimitato di attività gratuitamente.
Da Piazza di Santa Cecilia, attraverso il solenne ingresso settecentesco realizzato da Ferdinando Fuga, si entra nel giardino antistante la basilica trasteverina, chiuso ai lati dal monastero delle suore e sul fronte dalla facciata della chiesa. Nel 1929 venne sistemato al centro del cortile il bacino marmoreo con il cantaro romano, proveniente probabilmente dalle vicinanze, ma situato davanti alla chiesa già dal Medioevo, e già ricordato in documenti del 1517. Con questa magnifica fontana si intese ricreare una sorta di “paradiso”, il tipico giardino medievale entro il quale era possibile trovare vasi per acque lustrali ad uso dei pellegrini, o semplicemente a scopo ornamentale, di cui il più illustre prototipo era quello collocato nel quadriportico antistante la basilica vaticana. La struttura architettonica di Santa Cecilia risale alla pontificato di Papa Pasquale I (817-824), quando fu ricostruita sull’antico Titulus Ceciliae, ricordato già nel IV secolo a.C.
La nuova chiesa fu codificata secondo i dettami dell’architettura carolingia, improntata alla ripresa programmatica di tipologie paleocristiane: muratura tutta in laterizi, finestre a doppia ghiera, impianto basilicale a tre navate, abside e soprattutto la cripta semianulare dietro l’altare. Tra il XII ed il XIII secolo furono costruiti il portico, il campanile, l’ala destra del convento e il chiostro; nel 1540 fu aggiunto il coro, e nel 1600 furono realizzati la nuova confessione, il rialzamento del presbiterio e gli altari laterali. Sostanziali restauri si ebbero nel ‘700 con la nuova facciata, che lascia tuttavia intravedere la parte più alta del prospetto del IX secolo in laterizi, tetto a spioventi e tre finestre ad arco a tutto sesto. L’interno, preceduto da un vestibolo, è scandito da pilastri che inglobano colonne antiche, secondo una spazialità che ha perso la dimensione originaria e si presenta oggi con un carattere spiccatamente settecentesco, esaltato dall’affresco che ricopre interamente la volta della navata centrale con la “Apoteosi di Santa Cecilia”, realizzato da Sebastiano Conca in occasione del Giubileo del 1725. Fra le opere pregevoli conservate nella basilica sono inoltre da segnalare l’affresco con i Santi Valeriano e Cecilia nella navata di destra, opera seicentesca di Guido Reni, che lavorò anche nella parete dell’altare della cappella detta “del bagno”; la cappella delle reliquie, progettata e decorata da L.Vanvitelli; la celebre scultura rappresentante Santa Cecilia, realizzata da Stefano Maderno e posta ai piedi dell’altare maggiore (in seguito al ritrovamento del corpo della santa infatti lo scultore fu incaricato di ritrarla nella posizione in cui era stata rinvenuta): i mosaici del catino absidale relativi alla fase del IX secolo; il ciborio, mirabile opera scultorea di Arnolfo di Cambio, corredato da una epigrafe originale che ne attesta la paternità e la data del 1293.
Un momento saliente, non solo nella decorazione della chiesa, ma nell’intero panorama artistico della Roma tardo duecentesca, è rappresentato dagli affreschi di Cavallini occultati alla metà del Cinquecento dalla costruzione del coro, e riportati alla luce ai primi del Novecento. Le splendide pitture coprivano interamente la controfacciata con la rappresentazione del Giudizio Universale, ma verosimilmente si estendevano a tutte le pareti della Chiesa, come lasciano intendere gli affreschi a lato dell’ingresso e poi di fronte. Dalla navata sinistra si accede al sotterraneo, dove si possono ammirare i numerosi resti con magnifici mosaici pavimentali della domus in cui visse e subì il martirio il 22 novembre del 230 la patrizia Cecilia, dando origine all’importantissimo culto trasteverino.