Domenica 20 novembre 2022 h 15: i sotterranei della basilica di San Nicola in Carcere al Foro Olitorio
APPUNTAMENTO: DOMENICA 20 NOVEMBRE 2022 H 15 ALL'INGRESSO DELLA BASILICA DI SAN NICOLA IN CARCERE IN VIA DEL TEATRO DI MARCELLO N. 46. DURATA: 1 H. LA GUIDA E' RICONOSCIBILE DAL CARTELLO ROMA BELLA.
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La basilica di San Nicola in Carcere, dedicata a San Nicola Vescovo di Myra (270-343 d.C.), si trova accanto al Teatro di Marcello, nella antica piazza del Foro Olitorio (Forum Holitorium), dove si svolgeva il mercato dei legumi e delle verdure. L’area ricadeva nella Regio IX Circus Flaminius nell’ambito della ripartizione augustea del 6 a.C.
Una piccola diaconia le cui vestigia sono visibili sotto la navata sinistra fu fondata in questa zona nel VI secolo con lo scopo di dare assistenza a poveri e bisognosi di cure. Un epitaffio del X secolo che nomina per la prima volta la chiesa si trova inciso sulla prima colonna della navata destra.
La chiesa fu rinnovata completamente con pianta a 3 navate nel 1128, sui basamenti di tre templi di epoca repubblicana romana, ed ebbe l’epiclesi "in carcere" per via di una tradizione orale (infondata), risalente al XIII secolo, secondo cui i vani sotterranei esistenti lungo i lati dei templi fossero stati impiegati come prigione, in cui addirittura sarebbe stato tenuto San Pietro (notizia falsa generata dalla confusione con il vicino Carcere Mamertino sull'altro lato del Campidoglio).
Altre importanti ristrutturazioni si devono all’arch. Giacomo della Porta (1599), e al periodo di Papa Pio IX, nel XIX secolo.
I templi romani del Foro Olitorio, con le facciate rivolte verso il Campidoglio e la “pars postica” verso il Tevere, erano dedicati a Giunone Sospita (quello centrale), Giano (quello a nord) e Spes (quello a sud). Ne esisteva un quarto, dedicato alla Pietas, andato distrutto già in antico per fare spazio alla costruzione del Teatro di Marcello. L’attribuzione dei culti ai templi non è certissima, ci si interroga persino se il santuario di Giunone Sospita fosse invece quello a sud, il più piccolo, con colonnati in travertino rivestito di stucco, di ordine dorico, ancora visibili sul lato sinistro della basilica, e non piuttosto quello centrale, lungo 29 metri, esastilo di ordine ionico, completamente racchiuso nella basilica.
Il tempio più a nord è invece con sicurezza quello di Giano, dato che nella storiografia antica la posizione dell’edificio è definita "iuxta Theatrum Marcelli". Fu dedicato nel corso della prima guerra punica, dopo la vittoria del console Gaio Duilio nella battaglia di Milazzo nel 260 a.C. Le colonne di tufo erano anche qui ricoperte in stucco con scanalature dipinte, come provano alcune porzioni superstiti sul lato destro della chiesa. Tutto il complesso nell’XI secolo fu inglobato in un fortilizio della famiglia dei Pierleoni, che venne abbattuto in epoca fascista per liberare il corpo della chiesa e rendere meglio visibili le strutture dei templi.
Tra i templi durante gli scavi del Valadier nei primi decenni del 1800 sono stati scoperti dei vicoli, ancora oggi esistenti e in parte pavimentati in opus spicatum, a circa 3 metri di profondità. Essi permettevano di arrivare al fiume dalla Piazza del Foro Olitorio passando attraverso gli edifici sacri, e ai lati si aprivano dei piccoli ambienti in blocchi di tufo e pavimento in opus spicatum, addossati ai fianchi del tempio centrale, che erano utilizzati per le attività commerciali nei giorni di maltempo.
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