Sabato 10 dicembre 2022, h 15,30: il Titolo Equizio sotto la basilica dei SS.Silvestro e Martino ai Monti
APPUNTAMENTO: SABATO 10 dicembre 2022 H 15,30 ALL'INGRESSO DELLA BASILICA DEI SS. SILVESTRO E MARTINO AI MONTI, IN VIALE DEL MONTE OPPIO N. 28. DURATA: 1 H. LA GUIDA E' RICONOSCIBILE IN LOCO DAL CARTELLO ROMA BELLA.
PRENOTAZIONE: OBBLIGATORIA VIA MAIL A: inforomabella@virgilio.it, o chiamando i n. tel. 0697858194; 0661661527 (attivi tutti i giorni h 8-20), cell. 3669430785 (WhatsApp).
La storia della basilica dei Santi Silvestro e Martino ai Monti copre un arco di tempo che va dall’inizio del VI secolo ai nostri giorni. I dati principali possono essere così schematizzati: verso il 509 Papa Simmaco fa edificare, sopra il titolo di Equizio, la nuova basilica, dedicandola a San Martino. La basilica viene detta poi anche comunemente di San Silvestro. Restaurata già nel 772 da Papa Adriano I, sembra che a quell’epoca avesse 12 arcate ricoperte d’argento, al pari della confessione e del ciborio dell’altare maggiore; di essa sono rimasti alcuni capitelli usati nell’attuale basilica, un certo numero di tegole riutilizzate nel tetto dell’attuale basilica ed ora deposte in un locale del titolo sotterraneo, e forse tre colonne (quella in sacrestia e le due che si trovano ora nel titolo sotterraneo).
Alla metà del IX secolo, demolita la basilica precedente, Papa Sergio II, assurto dal titolo di Equizio al soglio pontificio, fa costruire la basilica attuale. L’opera di decorazione viene completata dal suo successore Leone IV. Il nuovo edificio nella sua struttura fondamentale è giunto fino a noi. All’esterno si presentava in modo semplice: la sommità dell’abside, secondo la moda del tempo, recava modiglioni e mascheroni; la facciata dava su un piccolo atrio. All’interno il tempio era diviso in tre navate da due file di colonne, in tutto 24, di marmo cipollino, pavonazzetto, bigio e imezio, ricavati probabilmente dalle vicine terme di Traiano. Dei 24 capitelli, ben 16 provengono dalla precedente basilica di Papa Simmaco. L’altare maggiore, sormontato da un ciborio sorretto da 4 colonne, era situato più avanti dell’attuale; anche il presbiterio era di dimensioni più vaste dell’attuale e nel suo perimetro vi erano due amboni. Sotto l’altare maggiore vi era la cripta di tipo semi-anulare, più piccola della attuale, con accesso dalle navate laterali; in essa vi era la cella con le reliquie dei martiri e santi traslate dalle catacombe di Priscilla per volere di Sergio II.
L’abside era decorata con uno splendido mosaico. Tracce di affreschi, con oranti e colombe posate su fiori e fili d’erba, della decorazione eseguita sotto il pontificato di papa Leone IV, si possono osservare in alcuni punti tra il soffitto ligneo attuale e le travi del tetto. Nel 1299 Papa Bonifacio VIII concede la basilica, di cui era stato cardinale titolare, ai padri Carmelitani. Nel XVII secolo, il Carmelitano padre Giovanni Antonio Filippini, il grande mecenate della basilica, restaura e trasforma il tempio nella forma che possiamo ammirare oggi. L’opera è grandiosa e viene a costare più di 80.000 scudi. Il Filippini fa ricorso ad una vera squadra di artisti: Filippo Gagliardi detto anche Filippo delle Prospettive o Filippo il Bizzarro, al quale è affidata la direzione del piano di rinnovamento; Fabrizio Chiari detto il Tittarella, Giovanni Angelo Canino, Matteo Piccione, Pietro Testa detto il Lucchesino, Giuseppe Greppi, Galeazzo Leoncino, il Baglioni, Paolo Naldini, Giovanni Battista Barettello. Le soluzioni date dal Gagliardi per l’opera voluta dal Filippini mirano con mezzi prospettici e dimensionali a porre in evidenza l’elemento sacro e a dare rinnovata dignità formale e respiro spaziale alla chiesa.
Scendendo dalla cripta sotto l’altare si può accedere al titulus sotterraneo, accolto all’interno di una ampia aula in laterizi e pavimento a mosaici, con sei vani adibiti in epoca imperiale (II-III secolo d.C.). ad uso commerciale. E’ in questi ambienti che viene impiantato uno dei più antichi ed importanti luoghi di culto titolari di Roma, che conosciamo bene grazie agli elenchi dei presbiteri che ci sono stati trasmessi dal Liber Pontificalis, dal verbale del sinodo di Simmaco del 499 e dal concilio di Gregorio Magno del 595.
La durata complessiva della visita guidata della basilica dei SS. Silvestro e Martino ai Monti e del titolo Equizio sotterraneo è di 1 h 30’ circa. La visita guidata è gratis per i soci di Roma Bella, si fa una offerta per accedere al sotterraneo e per l’illuminazione. La tessera della nostra associazione costa 15 euro, vale 12 mesi, consente di prendere parte ad un numero illimitato di iniziative culturali gratuite.