Domenica 13 novembre 2023 h 14,30: visita guidata al Parco degli Acquedotti di Roma antica
APPUNTAMENTO: DOMENICA 13 novembre 2023 H 14,30 ALLA FERMATA METRO LINEA A "SUBAUGUSTA". DURATA: 1 H E 30'. LA GUIDA E' RICONOSCIBILE IN LOCO DAL CARTELLO ROMA BELLA.
PRENOTAZIONE: inviando una mail a inforomabella@virgilio.it, oppure chiamando i n. tel. 0697858194; 0661661527, cel. 3669430785 (whatsapp) CELL 3396798106 o compilando il form sottostante. La visita guidata al parco degli Acquedotti di Roma antica con l'associazione culturale Roma Bella è gratis per i Soci. Ingressi liberi.
Il curator aquarum di epoca traianea Sesto Giulio Frontino, nel suo trattato De aquis urbis Romae, ci informa che "nei 441 anni che seguirono la fondazione di Roma, i Romani dovettero adattarsi ad usare le acque prese dal Tevere, dai pozzi e dalle sorgenti", che però verso la fine del IV secolo a.C. non erano più sufficienti a garantire il rifornimento idrico di una città che si avviava a divenire la capitale di un impero vastissimo.
La realizzazione degli acquedotti iniziò nel 312 a.C. con l’Aqua Appia, e nei secoli successivi fu così importante e decisiva per Roma, che lo storico Dionigi di Alicarnasso, meravigliato per tanta capacità tecnica, organizzativa ed anche economica del popolo romano, poteva giustamente scrivere: "Mi sembra che la grandezza dell'impero romano si riveli mirabilmente in tre cose: gli acquedotti, le strade, le fognature.
Dal 312 a.C. (Aqua Appia) fino al 229 d.C. (Aqua Alexandrina) furono costruiti ben 11 acquedotti. Essi garantivano a Roma una disponibilità idrica a persona doppia rispetto a quella moderna, con una rete capillare che raggiungeva le domus patrizie che potevano disporre acqua corrente, le numerose fontane pubbliche, le terme imperiali, le vasche di allevamento dei pesci, le naumachie dove si mettevano in scena le simulazioni di battaglie navali e i laghetti artificiali (come lo “Stagnum Neronis” o l’Euripus) a scopo ornamentale.
L’amministrazione e la manutenzione degli acquedotti furono assegnate, in epoca repubblicana, a imprenditori privati oppure a personaggi pubblici (edili, censori e questori) che avevano però altre mansioni principali e collateralmente si occupavano degli acquedotti. Solo agli inizi dell’Impero, vista l’importanza di tale settore, con Ottaviano Augusto intorno al 27 a.C., fu creato un ufficio ad hoc, poi incrementato e potenziato, che gestiva la rete idrica sia a livello di manutenzione che di distribuzione alle utenze pubbliche e private.
Gli acquedotti romani funzionarono tutti fino al VI secolo d.C. Durante le guerre gotiche, gli Ostrogoti di Vitige posero l’assedio a Roma nel 537, e per lasciare la città senza acqua interruppero tutti gli acquedotti tranne uno, l'Aqua Virgo, che correndo sottosuolo nel tratto extraurbano non poteva essere tagliato; essi provarono a otturarlo facendo cadere terra dagli sfiatatoi e dagli accessi, ma senza riuscire nell’intento.
Dal Medioevo, non esistendo più un’autorità centralizzata che potesse curare l’aspetto dell'approvvigionamento idrico di Roma, e d’altra parte essendo diminuita di molto la popolazione urbana, i cittadini tornarono a prelevare l'acqua dal Tevere, dai pozzi e dalle sorgenti.
Nella visita guidata al Parco degli Acquedotti di Roma tra l'Appia e la Tuscolana, una suggestiva distesa di ruderi immersi nella luce del tramonto, potremo esaminare accuratamente alcuni dei più importanti acquedotti. In particolare vedremo le condutture sovrapposte dell’Aqua Claudia e dell’Anio Novus, iniziati da Caligola nel 38 d.C. e terminati sotto Claudio nel 52 d.C., entrambi terminanti presso la località ad spem veterem a Porta Maggiore. Poi, l’Aqua Marcia, la Tepula e la Iulia, rispettivamente del 144 a.C., 125 a.C. e 33 a.C., anche questi sovrapposti e in blocchi di tufo, cappellaccio e peperino.
Dopo aver ammirato un tratto del basolato originale della via Latina e aver fatto tappa al Casale di Roma Vecchia (XIII secolo), seguiremo il torrente medievale detto Marrana dell'Acqua Mariana, aperto da Papa Callisto II nel 1122 per rifornire di acqua potabile una parte della città, ormai ridotta al minimo.
Lasciata alle nostre spalle la chiesa di San Policarpo (1964-1967, su progetto dell’arch. G.Nicolosi) concluderemo la passeggiata alla Villa delle Vignacce, una residenza extraurbana (Villa Rustica) con annessa figlina (fabbrica di dolii, tegole e laterizi), con cisterne e terme private, appartenuta ad un importante personaggio del II secolo d.C., Quinto Servilio Pudente, console nel 166 d.C., proconsole d'Africa nel 180 d.C.
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