Venerdi 23 dicembre 2022 h 16: la chiesa di Santa Maria di Monserrato
APPUNTAMENTO: Venerdi 23 dicembre 2022 h 16: ALL'INGRESSO DELLA CHIESA IN VIA DI MONSERRATO 115. DURATA: 1 H. LA GUIDA E' RICONOSCIBILE IN LOCO DAL CARTELLO ROMA BELLA.
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La chiesa di Santa Maria in Monserrato si trova in Via di Monserrato, nel rione Regola. Chiesa della nazione spagnola, dopo l’abbandono di quella di San Giacomo a Piazza Navona, che minacciava rovina, fu costruita nel 1518, ma le sue origini sono più antiche. Infatti nel 1354 una nobildonna spagnola, Jacoba Ferrandes, acquistò una casa nell’allora via Arenula e vi fondò un ospedale per i connazionali, dedicandolo a San Nicolò dei Catalani con annessa cappella dell’ospizio, che diverrà la chiesetta di San Nicolò a Corte Savella, poi demolita per far posto al nuovo luogo di culto. L’esempio fu seguito da un’altra nobildonna, Margherita Pauli di Majorca, che a sua volta fondò un contiguo ospizio femminile che dedicò a Santa Margherita dei Catalani.
Nel 1495 Papa Borgia, spagnolo anche lui, fuse in un’unica confraternita i due ospizi ponendola sotto il patrocinio della Vergine del santuario di Monserrat (Monte Segato). Poiché la confraternita era formata da Catalani, Aragonesi e Valenciani, i deputati delle tre province si riunirono nel 1506 a Roma, deliberando l’erezione della Chiesa titolare della loro confraternita, chiesa che fu iniziata 12 anni dopo, con successivi ampliamenti nel Seicento e nel Novecento.
Eretta su disegni di Antonio da Sangallo il Vecchio, ha facciata vivacemente mossa, opera di Francesco da Volterra, con sull’architrave un bel gruppo della Vergine col Bambino che sega il monte da cui prende il nome; ed è una vera sega da falegname quella simbolicamente impugnata.
Vi sono sepolti i due papi di casa Borgia, Alessandro VI e Callisto III, le ossa dei quali, mescolate e chiuse in un’unica cassa, giacquero per secoli in Vaticano da tutti dimenticate, finché nel 1881 si riuscì a farle traslare nella Chiesa spagnola. La sagrestia fu eretta su parte della chiesa vicina di Sant’Andrea Nazareno, ceduta nel 1585 da Gregorio XIII agli spagnoli. Alla fine del Settecento, le rendite della Chiesa erano quasi inesistenti, tanto che i padri che la officiavano furono costretti a vendere gli arredi sacri e persino l’immagine della Madonna oggi venerata in Genazzano. Non fu sufficiente, poiché la Chiesa venne chiusa nel 1803 e riaperta soltanto nel 1818, per opportuni restauri, e riconsacrata e aperta al culto nel 1822. Altri restauri furono eseguiti nel 1849 e fu riaperto anche il piccolo ospizio, con una vasta e graduale opera di ampliamento su progetto di Antonio Sarti. La costruzione di un nuovo edificio come residenza dei cappellani spagnoli, tra il 1909 e il 1912, comportò la demolizione della cappella di San Nicolò e della chiesa di Sant’Andrea Nazareno. Notevole all’interno è il busto del cardinale Pietro Montoja, opera giovanile del Bernini.
(C.Rendina, Le chiese di Roma, Newton Compton Editori, p. 237).