I grandi impianti termali dell'antica Roma ed il rifornimento idrico
A Roma, nel III secolo d.C., vi erano più di 1000 bagni pubblici di dimensioni grandi e piccole e 11 grandi terme imperiali. Di queste, sono le terme di Diocleziano superavano in grandezza e bellezza quelle di Caracalla. Ma le manomissioni, i riutilizzi, le distruzioni e le conseguenti spoliazioni hanno lasciato poche tracce di questi immensi stabilimenti termali. Sono le terme di Caracalla, per loro posizione periferica, hanno subito pochi danni malgrado siano state oggetto di spoliazione continua, non solo delle statue e degli arredi, ma anche dei rivestimenti, dei mattoni, delle tegole, per non parlare degli invasi con annessa rubinetteria e dei tubi di piombo, i quali, come un sistema arterioso, rifornivano di acqua le centinaia di utenze sparse nel complesso termale.
Costruite fra il 212 e il 217 d.C. per volere dell’imperatore Marco Aurelio Antonino Bassiano, detto Caracalla a causa della corta tunica di lana grezza così chiamata in lingua celtica che spesso indossava (l’imperatore era di Lugdunum, l’odierna Lione), occuparono una superficie di circa 12 ettari e seguirono, nelle grandi linee, quella che era ormai la disposizione canonica delle terme in quel periodo: un grande giardino sul quale si affacciavano, oltre all’immenso serbatoio per la distribuzione dell’acqua, due biblioteche, due sale dedicate alla musica, due per i banchetti, e un grande edificio centrale. Questo era suddiviso in due parti simmetriche rispetto ad un asse trasversale, lungo il quale erano il Calidarium, il Tepidarium, il Frigidarium, la Natatio (piscina per il nuoto). A destra e a sinistra erano due grandi palestre (gymnasia) uguali e speculari, gli spogliatoi (apodytheria), le sale dedicate alla bellezza, ai massaggi, alla depilazione, ed infine, le sale calde (laconica) propedeutiche al Calidarium.
Nel sottosuolo, oltre alle fornaci che alimentavano, probabilmente giorno e notte, i forni per il riscaldamento dell’acqua e degli ambienti, era il personale che soprintendeva alla gestione e manutenzione del complesso sistema idraulico delle terme. Per servire le terme era stato costruito un acquedotto, l’acqua Antoniniana, derivando l’acqua dalla Marcia che risaliva a quasi quattro secoli prima. L’acquedotto portava l’acqua alle terme riversandola in un gigantesco serbatoio, costituito da un sistema di 18 vasche comunicanti, posto in posizione marginale ed elevato rispetto agli edifici, consentendo che le fontane ornamentali avessero getti sufficientemente elevati. La quantità di acqua che raggiungeva il serbatoio doveva superare i 200 litri al secondo, circa 20.000 m³ al giorno, mentre il serbatoio aveva una capacità di circa 9000 m³. Per dare un’idea del significato di queste cifre, possiamo segnalare che l’acqua delle terme di Caracalla sarebbe sufficiente, oggi, per servire una città di 70.000 abitanti.
Per la visita guidata gratuita alle terme di Caracalla condotta da un archeologo, puoi richiedere informazioni chiamandoci ai nn. 0661661527, 0697858194, oppure compilando il form sottostante.