Roma Bella

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Fin dall’epoca repubblicana sorgeva fuori dalle Mura Serviane (nella IX Regio Augustea, alle pendici del Campidoglio) una grande piazza destinata al mercato degli ortaggi e dei legumi, a cui era stato dato il nome di Forum Holitorium. Verdure e legumi erano la base del regime alimentare dei Romani, principalmente delle classi meno abbienti, e questo spiega la grande importanza che il foro aveva nella vita cittadina ed anche l’estensione che andò sempre più acquistando.

Lentamente però il foro olitorio perse la sua funzione pratica di mercato, per assumere invece l’aspetto di una piazza monumentale con templi sontuosi e portici ricchi di opere d’arte. Da un lato il Teatro di Marcello, iniziato da Giulio Cesare ed inaugurato da Augusto nel 13 a.C., dall’altro lato il santuario della Fortuna e della Mater Matuta, con la Porta Trionfale, l’ingresso sacro alla città murata. Di fronte sorgevano i tre templi della Spes, Iuno Sospes, Ianus, che dominavano la piazza affollata (oggi racchiusi nella basilica di San Nicola in Carcere). I templi fronteggiavano il foro olitorio dal lato del Tevere e formavano un unico complesso religioso ed ornamentale, pur essendo di stile diverso e con data diversa di costruzione. Alla metà dell’Ottocento, il sottosuolo della chiesa di San Nicola in Carcere era stato quasi completamente scavato allo scopo di eliminare l’umidità e consolidare le fondamenta dell’edificio. In occasione di questi lavori erano stati liberati, e resi visibili, l’intero podio del tempio centrale con le basi e gli imoscapi delle colonne, e parte dei podii dei due templi laterali. I tre templi caratterizzati da diversa altezza dei prospetti e da diversi materiali impiegati, si presentano però verso la piazza con le facciate allineate e separati da stretti passaggi intermedi, lastricati con blocchi di travertino analoghi a quelli che formavano il pavimento della piazza stessa.

Il primo tempio più a sud era risalente, secondo gli studiosi, alla metà del III secolo a.C. ed era di ordine dorico, con sei colonne sulla fronte e sul fondo, e nove sui due lati lunghi. Delle 30 colonne che formavano il peristilio ne rimangono oggi soltanto sei, inglobate nella parete meridionale della chiesa. Dalle fonti rinascimentali sappiamo che le colonne avevano un rivestimento di stucco bianco che doveva dare l’illusione del marmo. Sempre dai riferimenti delle fonti letterarie antiche sappiamo che questo tempio era dedicato alla dea Spes, divinità tipicamente romana. La dea Speranza è la sorella della Morte, che annulla il dolore degli uomini.

Il tempio centrale, il più grande dell’intero complesso con i suoi 29 metri di lunghezza, era di ordine ionico, aveva sei colonne sulla fronte e 11 sui lati lunghi. Attualmente ne rimangono soltanto tre, inserite nella facciata della chiesa. Il podio del tempio, visibile nei sotterranei sotto la navata centrale, era caratterizzato da una serie di piccoli ambienti coperti a volta e muniti anche di una porta, che si aprivano sui lati lunghi. Questi piccoli vani che al momento della scoperta alimentarono la leggenda del carcere antico, dovevano essere utilizzati probabilmente nei giorni di maltempo dagli stessi commercianti che gestivano il mercato. Il tempio centrale, costruito nel 197 a.C. dal console Gaio Cornelio Cetego, è dedicato a Giunone Sospita, conservatrice della salute.

L’ultimo tempio di cui rimane tutto il podio e parte del colonnato, era di stile ionico ed aveva sei colonne sulla fronte e nove sui lati lunghi. A differenza dei due edifici precedenti il lato posteriore era privo di colonnato (sine posticum) e chiuso pertanto dal muro di fondo della cella. Le colonne erano in peperino ricoperte da uno strato di stucco. Se ne conservano due isolate, appartenenti al lato destro, ed altre sette del lato sinistro inserite nella parete destra della basilica. Era dedicato al dio Giano, figlio di Apollo, considerato dio della pace e protettore delle porte della città. Costruito dal console Gaio Duilio nel 260 a.C., era di pochi anni più antico del tempio di Spes. A nord del tempio di Giano esisteva un quarto tempio, dedicato alla Pietas, iniziato dal console Manio Acilio Glabrione dopo la battaglia delle Termopili del 191 a.C. Fu completato e consacrato nel 181 a.C. dal figlio (omonimo) del console, che a tale scopo venne nominato duumviro. Il tempio della Pietas fu distrutto già in antico per fare spazio alla costruzione del Teatro di Marcello a partire dal 54 a.C.

La visita alla basilica di San Nicola in Carcere al foro olitorio è gratuita.

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