Il Foro di Cesare ed il Tempio di Venere Genitrice
All’inizio dell’antico Clivus Argentarius, la strada che univa il Campidoglio al Foro Romano, si apriva l’ingresso al foro di Cesare, il primo dei fori imperiali. Costruito per volere del dittatore, venne edificato tra il 54 e il 46 a.C. in un’area di circa 160 m x 75 m, della quale oggi è in luce solo una terza parte dell’estensione originaria, poiché il resto venne sepolto negli anni '30 sotto l'attuale via dei fori imperiali. Tuttavia, durante gli scavi condotti tra il 1930 e il 1939 per l’apertura della strada, si poté ricostruire in pianta l’intero perimetro dell’area. La piazza di forma rettangolare allungata era circondata su tre lati da un duplice portico colonnato, con un ingresso che si apriva sul lato meridionale direttamente sull’Argiletum. Al centro le fonti antiche hanno tramandato l’esistenza di una statua equestre di Giulio Cesare, il cui cavallo doveva avere le zampe anteriori a forma di piedi umani. Verso ovest si apriva una serie di tabernae, botteghe di mercato, in blocchi di tufo e travertino, che in facciata si presentavano con due piani sovrapposti, alcune delle quali furono tamponate con muri di laterizio già in età traianea per motivi di staticità.
Un duplice colonnato impostato su un rialzamento di tre gradini precedeva le botteghe e nella fase in cui è giunto fino a noi deve riferirsi al restauro di Diocleziano a seguito dell’incendio del 283 d.C. Il fondo della piazza era occupato dal tempio di Venere Genitrice, volutamente costruito in posizione centrale rispetto al foro. Sono ancora visibili, davanti al podio, i resti dei basamenti di due fontane, oltre le quali si accedeva al tempio attraverso due scale laterali. Il tempio presentava otto colonne sulla fronte e nove sul lati lunghi, con il lato di fondo cieco. Delle colonne corinzie sono stati rinvenuti molti frammenti nel corso dei vecchi scavi e ne sono state rialzate tre con completamenti in mattoni, mentre i grandi blocchi marmorei dell’architrave del frontone giacciono ancora davanti al podio. Alla decorazione architettonica era stato dato in origine grande rilievo: al muro della cella si addossavano colonne di giallo antico sormontate da un architrave scolpito con eroti, di cui una parte è conservata ai Musei Capitolini mentre altri frammenti sono stati recentemente rinvenuti tra i materiali depositati dagli anni ‘30 all’interno delle tabernae usate come magazzini. Nell’abside che concludeva la cella con copertura a volta, era stata posta la statua di Venere Genitrice, mitica antenata della Gens Julia e opera del famoso Arcesilao, mentre sul lato sinistro del tempio doveva essere stato eretto un arco in laterizio, che serviva da rinforzo. L’interno del tempio era ricco di opere d’arte acquistate da Cesare, che vi aveva profuso denaro a piene mani in quanto aveva ideato e voluto il suo foro come la realizzazione concreta del suo concetto di potere.