Roma Bella

Visite guidate a Roma e nel Lazio

Se il foro romano costituì per secoli il centro della vita pubblica di Roma e in esso si forgiarono a lungo i destini di una gran parte del mondo antico, non vi è dubbio che il Palatino rappresentò sempre per i Romani il luogo “sacro” che alla città aveva dato i natali. Su quel colle, isolato dagli altri e in posizione dominante sul Tevere, in prossimità dell’Isola Tiberina, e affacciato sul mercato del Foro Boario, gli stessi antichi avevano fantasticato collocando la leggendaria fondazione di Roma e il “solco primigenio” tracciato da Romolo il 21 aprile dell’anno 753 a.C.

Ma la fantasia non era andata troppo al di là della storia se, proprio sul Palatino, gli archeologi hanno rimesso in luce resti di capanne della prima Età del Ferro che documentano inequivocabilmente la presenza di un abitato nel luogo stesso dove la tradizione collocava la Casa Romuli, ossia la capanna del mitico fondatore. Quel piccolo gruppo di capanne non fu certo fondato e abitato da Romolo, non si sarà chiamato nemmeno Roma, ma esso deve essere considerato almeno come uno dei villaggi, e quasi certamente il principale, che in prosieguo di tempo dettero vita a Roma, come ad un vero e proprio organismo urbano. La storia del Palatino è piuttosto poco nota per i primi secoli di vita della città, e tranne tre templi (della Vittoria, di Giove Statore, della Magna Mater) nessun edificio pubblico vi fu costruito. Al contrario, specialmente negli ultimi due secoli della Repubblica, vi sorsero numerose le abitazioni private e le ville urbane di personaggi ricchi e illustri: Lucio Cornelio Silla, Quinto Lutazio Catulo, Marco Antonio, Marco Tullio Cicerone e molti altri... Finalmente Ottaviano Augusto nel 36 a.C., di ritorno dalla Sicilia dove aveva sconfitto Sesto Pompeo nella battaglia di Nauloco, decise di trasferirvi anche la sua dimora, facendo costruire un tempio dedicato ad Apollo, inaugurato nel 28 a.C.

Da allora, quasi tutti gli imperatori andarono ad abitare sul Palatino che a poco a poco, per opera soprattutto di alcuni di essi, si trasformò in un’unica dimora regale: il Palazzo per eccellenza, chiamato dal nome stesso del colle, Palatium. Il primo vero e proprio palazzo imperiale fu costruito dal successore di Augusto, Tiberio, ed ampliato da Caligola che ne estese le fabbriche fino ad affacciarsi sul Foro Romano. Claudio e Nerone, tra il 41 e il 64 d.C., vi eressero la cosiddetta domus transitoria che poi bruciò nel grande incendio dell’anno 64 senza essere più ricostruita.

Fu soprattutto Domiziano che tra l’81 e il 92 d.C., occupando tutte le altre zone rimaste libere, fece innalzare un nuovo più grandioso e definitivo palazzo. La fabbrica di Domiziano, detta Domus Augustana, cioè Casa dell’Augusto, ossia dell’Imperatore, era costituita dal palazzo di rappresentanza e dalla residenza privata, con un grande stadio o ippodromo e un impianto termale. Svolgendosi lungo le pendici del colle e fin sulla cima con portici e scale, peristili e saloni, terrazze e fontane, la grande domus era “una delle cose più belle del mondo” come scriveva il poeta Marziale.

Dopo Domiziano, si occupò ancora del Palatino Settimio Severo, tra la fine del II e gli inizi del III secolo d.C., con lavori che, se furono di ripresa e di completamento delle parti non portate a termine da Domiziano, rappresentarono tuttavia un altro grandioso contributo alla monumentalità delle fabbriche imperiali. Tanto più che Settimio Severo, mancando ormai lo spazio, fece prolungare artificialmente il piano del colle verso sud, per una notevole altezza, fino a toccare le gradinate del sottostante Circo Massimo con la costruzione di una serie di arcate in laterizio a due ordini alte dai 20 ai 30 m. A conclusione e coronamento di tutte le fabbriche palatine lo stesso imperatore fece erigere proprio ai piedi del colle il famoso Settizodio, un singolare prospetto architettonico a più piani, ricco di colonne, di nicchie e di statue, e probabilmente animato da giochi d’acqua come un ninfeo, vòlto alla ammirazione di quanti arrivavano a Roma entrando dalla Porta Capena.

L’abbandono del Palatino fu definitivo quando Costantino trasferì la capitale dell’impero a Bisanzio. Seguì la decadenza e dopo la devastazione dei Goti nel VI secolo, iniziarono i crolli, le rovine e i conseguenti saccheggi.

È necessario l’elenco degli alunni su carta intestata della scuola per ottenere le gratuità complete sia nella visita guidata che nei biglietti d’ingresso al Palatino. Per informazioni, chiamaci ai nn. 0661661527; 0697858194, oppure compila il form sottostante, oppure scrivici a: inforomabella@virgilio.it.

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