La crisi politica del V secolo a.C. in Etruria e le sue ripercussioni sulla pittura funeraria di Tarquinia
L’equilibrio politico del Mediterraneo venne sconvolto negli anni iniziali del V secolo a.C. da una serie di eventi bellici: l’invasione persiana della Ionia e il prolungato scontro dei Persiani con il mondo greco, culminato nelle battaglie di Maratona (490 a.C.) e di Salamina (480 a.C.), caratterizzarono il Mediterraneo Orientale, mentre nel settore occidentale il secolare scontro tra Siracusani ed Etruschi vide un momento decisivo nella sconfitta subita da questi ultimi nelle acque di Cuma nel 474 a.C.
Il nuovo ordine politico derivato da questi eventi, che finì per limitare fortemente i traffici tra la Grecia e l’Etruria, non solo comportò il tramonto dell’età arcaica, ma ebbe conseguenze anche sulla produzione artistica, favorendo in Grecia la formazione dello stile “severo”. L’indebolimento dei legami con i centri del Mediterraneo orientale determinò negli anni successivi un certo isolamento dell’Etruria tirrenica, nella quale in campo artistico si continuò a seguire il linguaggio stilistico formatosi in precedenza.
Anche nella pittura parietale di Tarquinia si nota un generale ristagno, al quale non parteciparono soltanto quelle tombe che risentirono dell’influsso benefico arrecato dalle pitture dei vasi attici importati. Nella tomba delle Bighe (490-480 a.C.) sono sovrapposti due fregi di varie dimensioni: l’inferiore, più ampio e su fondo rosso, si contrappone anche per il tema riprodotto al superiore, più piccolo e sul fondo chiaro della scialbatura di base. Il fregio di proporzione minore è riservato ai giochi atletici, racchiusi tra le raffigurazioni della banchetto, al quale si richiamano sia le coppie di banchettanti del fregio inferiore, sia il grande cratere e i simposiasti raffigurati nel timpano superiore. Al banchetto è anche dedicata la tomba dei Leopardi (480-470 a.C.), nella quale i cortei delle pareti laterali, composti da musici, danzatori ed offerenti, sono diretti verso le tre coppie di banchettanti reclinati, dipinti sulla parete di fondo.
Grande equilibrio e profonda raffinatezza formale tradisce l’esecuzione di un soggetto simile nella tomba del Triclinio (470 a.C.): la struttura complessiva e le singole figure dipendono dalla pittura vascolare attica del primo quarto del V secolo a.C. Stilisticamente vicina è la tomba del Letto Funebre, di poco più recente (470-460 a.C.), dominata dalla monumentale riproduzione di un grande letto sulla parete di fondo, sul quale su due cuscini sono poggiati altrettanti copricapi conici, che richiamano il pileo dei Dioscuri, ma lo reinterpretano nella forma del “tutulus” secondo la moda etrusca.
(da: A. Naso, La pittura etrusca, Roma 2005, pp. 37-40).
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