Il culto dei martiri nel IX secolo e la primitiva basilica di Santa Cecilia in Trastevere
Una particolare devozione per i martiri romani seppelliti fuori dalla cinta muraria caratterizza il pontificato di Papa Pasquale I tra l’817 e l’824. Egli fa trasportare innumerevoli reliquie dai cimiteri extraurbani alle varie chiese della città. La leggenda vuole che, in sogno o durante una celebrazione in San Pietro, Pasquale I abbia avuto la visione di Santa Cecilia che gli rivelava il luogo della sua sepoltura. Di certo sappiamo dal Liber Pontificalis del cattivo stato dell’edificio preesistente e dei lavori voluti dal Papa per rendere splendida la nuova costruzione. Dal Liber Pontificalis si apprende pure della costruzione vicino alla basilica di un monastero dedicato alle Sante Cecilia ed Agata.
Con la custodia delle reliquie dei martiri, infatti, la Chiesa era diventata un santuario in cui monaci e monache garantivano l’aiuto materiale ed il conforto religioso al flusso dei pellegrini. La basilica fatta erigere da Papa Pasquale I presenta caratteristiche similari a Santa Maria in Domnica e Santa Prassede, fatte costruire nello stesso periodo dallo stesso pontefice, ma, come queste, ben poco dell’originale costruzione è ancora visibile.
La basilica di Santa Cecilia si presentava, come ha evidenziato nella sua precisa ricostruzione R. Krautheimer (Corpus Basilicarum 1937), con una forma classica: la navata centrale era separata dalle laterali da 13 arcate divise da colonne alte circa 4 m e mezzo, era lunga 40 m, larga 24 m. L’altezza della navata centrale era di 13 m mentre le navate laterali erano alte 7,5 m. Sopra ogni arcata della navata centrale si apriva una finestra alta 3 m e larga 1,20 m; tre finestre si aprivano sulla facciata. L'abside era semicircolare, con tre finestre nel semicilindro, e sotto di esso vi era la cripta (anch’essa semicircolare) con la piccola camera contenente le reliquie e corrispondente all’altare maggiore soprastante.
La disposizione è comune a tutte le chiese di questo periodo ed è riferita al rinnovato culto dei martiri. Nei secoli successivi la storia della basilica vede dapprima opere di solo abbellimento e in seguito le trasformazioni che hanno dato all’edificio l’aspetto attuale. Iscrizioni che vanno dal 1060 al 1098 ricordano la consacrazione di altari, ma i maggiori documenti sono di tipo monumentale e sono ancora esistenti. Ai secoli XII e XIII risalgono sia il campanile, sia il portico costruiti all’epoca di Pasquale II (1099-1118) mentre Pietro Cavallini e Arnolfo di Cambio vengono chiamati a lavorare nella seconda metà del XIII secolo: il primo per gli affreschi, che solo in minima parte si sono conservati e sono ora visibili nel coro delle monache, il secondo per lo splendido ciborio.
Per la visita guidata alla basilica di Santa Cecilia in Trastevere, richiedere informazioni compilando il form sotto oppure scrivendo con whatsapp al cell. 3669430785. La visita guidata al sotterraneo di Santa Cecilia è gratuita per i soci della associazione culturale Roma Bella. Si fa una offerta alla chiesa per l'entrata all'area archeologica.
Bibliografia in: LA BASILICA DI SANTA CECILIA, a cura di Valentina Oliva, Roma 2016.