Il territorio vaticano in epoca romana
La parola “Vaticano” fa pensare immediatamente alla Basilica di San Pietro, al Papa, alla Chiesa Cattolica. In età antica invece, le idee che poteva evocare lo stesso nome alle orecchie di un romano erano completamente diverse. Quello che appare oggi come un quartiere centrale della città era allora estrema periferia, destinata alle sepolture disposte lungo le strade in uscita dalla città, ai parchi e alle ville di nobili famiglie e degli imperatori, ai giochi del circo.
A dire il vero l’importanza religiosa del Vaticano era anche allora notevole, ma, come si vedrà, certamente di tutt’altro segno. Durante l’età regia e repubblicana esisteva soltanto l’Ager Vaticanus, che formava un territorio assai esteso. Secondo Plinio il Vecchio esso si disponeva lungo la riva destra del Tevere arrivando a nord fino alle colline di fronte a Fidenae, appena sotto Prima Porta. A sud di questo limite invece, doveva spingersi per chilometri fino a comprendere la collina del Gianicolo. Si trattava probabilmente del territorio di una primitiva comunità, inglobato già in età regia nel territorio della città di Roma. In età imperiale, a partire dal II secolo d.C., di questo territorio si perde memoria e compare invece il toponimo “Vaticanum”.
Esso indicava un’estensione più limitata, non molto differente da quello che si intende oggi. La prima menzione sicura si ha nell’iscrizione posta sulla tomba di Gaio Popilio Heracla, nella necropoli sotto la basilica di San Pietro. Egli infatti aveva dato disposizione agli eredi di costruire il sepolcro “in Vaticano presso il Circo”. È evidente che in questo caso egli intendeva un’area abbastanza ristretta e specificava ulteriormente: nei pressi del Circo di Caligola e Nerone, che si trovava al fondo della valletta vaticana, oggi nove metri sotto la pavimentazione stradale alla sinistra della basilica. Utilizzando anche alcune altre fonti antiche, possiamo ritenere che il Vaticanum comprendesse la collina vaticana e le immediate vicinanze, oggi occupate dalla basilica e dalla piazza. Forse un’appendice si spingeva fino ad includere la zona attraversata oggi da Via della Conciliazione, all’imbocco della quale sorgevano due sepolcri monumentali: uno a pianta circolare e un secondo a piramide. La piramide era nota nel Medioevo con il nome di Meta Romuli e faceva il paio con quella di Gaio Cestio vicino alla porta Ostiense, detta Meta Remi. Sia la piramide che il sepolcro circolare sono riprodotti in vedute medievali e rinascimentali, ma non sono sopravvissuti. Papa Alessandro VI Borgia spianò la piramide nel 1499 per aprire la via di Borgo Nuovo, e la fine dell’altro sepolcro non dovette essere molto diversa. Le fondazioni di entrambi furono viste nuovamente nell’ultimo dopoguerra durante la costruzione dell’edificio che ospita oggi l’auditorium di Via della Conciliazione.