L'Ager Vaticanus, gli Horti di Agrippina e il ponte Neroniano
Con il nome di Ager Vaticanus era indicata in antico la zona suburbana situata sulla riva destra del Tevere, davanti al Campo Marzio, compresa tra i Monti Vaticani e il fiume. La vasta area, che non entrò mai realmente a far parte della città, fu sempre occupata prevalentemente da aree cimiteriali e da grandi ville, nonostante che presso gli antichi (Tacito, Frontino), la regione avesse fama di luogo poco salubre a causa della natura del terreno e della vicinanza del Tevere. Le strade più importanti che attraversavano la zona erano la Cornelia e la Trionfale, che iniziando dalla testata transtiberina del ponte Neroniano, si aprivano quasi ad angolo retto dirigendosi rispettivamente verso i Monti Vaticani e Monte Mario. Sul lato meridionale della via Cornelia si estendevano gli Horti di Agrippina, la madre dell’imperatore Caligola, che costituivano i possedimenti più importanti di tutta la regione. Non si conoscono i confini esatti della vasta villa imperiale, ma dai resti degli edifici rinvenuti nella zona e dalle notizie fornite dalle fonti antiche, sappiamo che i giardini confinavano a nord con gli Horti Domitiae, che dalla zona dei Borghi si estendevano verso il fiume; verso est giungevano fino alla riva del Tevere; ad ovest terminavano in corrispondenza della necropoli vaticana mentre verso sud dovevano comprendere parte delle pendici settentrionali del Gianicolo. Tra gli edifici che componevano il vasto complesso le fonti ricordano una terrazza ed una Porticus verso la riva del fiume; un complesso residenziale indicato dalle fonti medievali come Palatium Neronis, che doveva essere situato tra il Gianicolo e il Vaticano; il grande Circo Vaticano situato nella zona dove sorgerà la Basilica di San Pietro. A quest’ultimo edificio, che vide il sacrificio dei primi martiri cristiani dopo l’incendio del 64 d.C., apparteneva l’obelisco che sorge attualmente al centro di Piazza San Pietro. Numerosi sono i resti di edifici che dovevano appartenere alla grande villa, visti in ogni tempo in tutta l’area. Prescindendo dai rinvenimenti isolati e scarsamente significativi avvenuti sotto alcuni istituti religiosi della zona, dobbiamo ricordare soprattutto l’insieme delle strutture presenti sotto l’ospedale Santo Spirito, e i resti della grande domus scavata dalla Soprintendenza presso il traforo gianicolense, all’estremità meridionale degli horti. Nel primo caso si tratta di resti di costruzioni che prospettavano sul fiume, raggruppabili sostanzialmente in tre nuclei distinti databili tra il I e il II secolo d.C. Verso il centro dei sotterranei dell’ospedale è situata la parte più antica del complesso, costituita da strutture in opus reticulatum; all’estremità occidentale e orientale dell’area, sono state trovate invece strutture in opus mixtum di mattoni e tufelli e una grande esedra in opera laterizia. In passato in questa zona è stata rinvenuta una vasca di marmo con scene marine scolpite, attribuibile al I secolo d.C.
IL PONTE NERONIANO
Il ponte Trionfale o Neroniano è menzionato soltanto dalle fonti medievali che lo dicono eretto o restaurato da Nerone. Pochi metri a valle del ponte Vittorio Manuele II, è possibile vedere, nei periodi di magra, affiorare dalle acque del fiume alcuni avanzi dei piloni appartenenti al ponte che ancora nel XVI secolo veniva indicato come Triumphalis, dalla via omonima che iniziava dalla riva destra. Indicato nel Medioevo anche con vari altri nomi (Pons Ruptus, ad Sanctum Spiritum in Saxia, Pons Vaticanus), il ponte attraversava il Tevere in prosecuzione della via Recta, corrispondente oggi a via dei Coronari. Sempre sulla testata a sinistra, giungeva al ponte un’altra strada che proveniva dal Circo Flaminio e dal foro olitorio, toccando importanti edifici pubblici quali il teatro di Marcello, il portico d’Ottavia il teatro di Pompeo. Dalla testata sulla riva destra del ponte iniziavano la via Trionfale e la via Cornelia, che si dirigevano rispettivamente verso Monte Mario e l’Ager Vaticanus. La via Cornelia era la strada di collegamento tra il Campo Marzio e la regione dove si trovavano i giardini di Agrippina e il circo di Nerone. Sull’ultimo tratto della via Recta, a poca distanza dal ponte neroniano, vi era l’arco eretto dal Senato in onore di Arcadio, Onorio e Teodosio, nel 405, per ricordare la vittoria di Stilicone sui Goti di Alarico a Pollenza. L’arco, consistente probabilmente in un rifacimento di un monumento analogo di epoca severiana, non era in diretto collegamento con il ponte stesso, il quale, già in parte distrutto alla fine del IV secolo, era separato da esso dalle mura aureliane che qui correvano parallele alla sponda del fiume. Nei pressi del ponte si apriva nelle mura una porta secondaria che le fonti medievali indicano come “Posterula Trionfale”.
(da: ROMA ARCHEOLOGICA, Elio de Rosa Editore, pp. 49-51).