L’ubicazione del titolo di Equizio e la questione della sua unicità
Il titolo di Equizio si trova nella regione che nella Roma di Servio Tullio era detta “Esquilina“ e nella Roma augustea Regio III Isis et Serapis. Zona in cui vi sono i notevolissimi resti della domus aurea, delle terme di Tito, nonché di quelle di Traiano e di Domiziano; vi è inoltre il ricordo del portico di Livia, del templi di Iside e Serapide, il lago di Orfeo all’inizio del Clivus Suburanus, e un boschetto di faggi con un tempio sacro a Giove. Secondo il recentissimo aggiornamento topografico del colle Oppio come noto dalla Forma Urbis, il titolo di Equizio si viene a trovare quasi al centro della zona che ha come limite il Vicus Sabuci (che coincide in parte con l’attuale viale del Monte Oppio), l’Ara di Mercurio i cui resti sono stati trovati dove ora è il lato nord della piazza di San Martino, il lacus et platea Orphei da cui nel Caput Suburrae inizia il Clivus Suburanus (attuale via in Selci) e la “domus Marci Servilii Fabiani”, che occupava il posto dove ora sorge il monastero delle Domenicane. Nei pressi, verso l’attuale inizio di via Giovanni Lanza, sorgeva un mitreo e più in là un ninfeo, accertato da un recente scavo. Ciò ha suggerito all’Apolloni l’ipotesi che la scelta del luogo per il titolo cristiano sia avvenuta nel contesto della lotta contro i culti orientali e misterici: ipotesi che però non trova tutti gli studiosi d’accordo.
Due questioni si danno, che ancora suscitano l’interesse degli studiosi. La prima riguarda l’unicità del titolo: si tratta di un solo titolo sotto duplice denominazione, oppure di due titoli distinti, quello di San Silvestro nella casa romana sotto l’attuale basilica di San Martino e quello di Equizio in un altro posto, forse nel Vicus Suburanus presso la chiesa di Santa Lucia? Secondo una antichissima tradizione, confermata da quasi tutti gli studiosi, si tratterebbe di un solo titolo, con doppia denominazione: Equizio dal donatore/finanziatore, Silvestro dall’organizzatore o meglio dal culto sviluppatosi nei suoi confronti. Il titolo, designato con il nome di Equizio fin dal 499 nel Sinodo di Papa Simmaco, fu in seguito detto di San Silvestro da quando Papa Simmaco lo dedicò a lui, sanzionando così una canonizzazione popolare. Il movimento di canonizzazione spontanea era nato tra i fedeli che frequentavano il titolo e veniva promosso da un presbitero nel medesimo.
La seconda questione riguarda le origini: se l’attuale edificio romano, oggi comunemente designato come titolo, sia stato costruito ad hoc per le esigenze del culto, oppure se sia avvenuta una trasformazione a questo scopo di una costruzione precedente. In base ai recenti studi le parti più antiche di questo edificio romano possono datarsi al II secolo, con forti ampliamenti avvenuti nel III. All’inizio era probabilmente adibito a scopi commerciali (un mercato coperto o magazzino pubblico). Collegato con questo edificio, sorgeva verso est un altro costruito nel III secolo. In quest’ultimo Papa Silvestro fondò il titolo, accomodando i locali alle esigenze del culto e delle riunioni della comunità cristiana. Su questo titolo sorgeranno poi successivamente le basiliche di Simmaco e di Sergio II. L’ambiente del titolo venne ampliato nel VI secolo per volere di Papa Simmaco: i due edifici sopraindicati vennero uniti in un unico complesso, occupando anche il terreno adiacente a nord-ovest in cui si apriva una cavea del III secolo scoperta nel 1930. Con questa trasformazione l’edificio finale si presentava a due piani: nel superiore trovavano posto alcune stanze per abitazione, mentre nell’inferiore le strutture erano disposte in modo da creare una grande sala a due navate. Gli studiosi a questo proposito suggeriscono un primo utilizzo di quest’aula come vestibolo del titolo, o come chiesa di San Silvestro, legata comunque al titolo. Comunque sia, l’aula fu destinata al culto fin dal VI secolo e divenne ben presto sede del titolo stesso.