Vicissitudini del titolo di Equizio attraverso i secoli
Nel secolo IX Papa Sergio II, oltre a curare la costruzione dell’attuale basilica, fece eseguire alcuni lavori di restauro e di abbellimento del titolo erigendovi anche, sopra ed accanto, un monastero. Nel secolo XIII il cardinale titolare Giacomo Guala Bicchieri rinnovò interamente l’edificio monastico: ciò comportò alcune ristrutturazioni del titolo stesso, con l’allargamento dei muri di sostegno. Di questo monastero ottocentesco sono rimasti oggi la torre romanica e il resto dell’attiguo muro con alcune finestre, visibili esternamente da piazza San Martino. Il monastero, già affidato da Sergio II ai Benedettini e poi passato al clero secolare, venne dato da Bonifacio VIII ai Carmelitani nel 1299. Dal 1637, a cura del priore padre Antonio Filippini, vennero eseguiti nel titolo alcuni lavori tra cui l’adattamento di uno dei locali a cappella in onore di San Silvestro. Dopo l’incameramento dei beni ecclesiastici da parte dello Stato Italiano, e precisamente nel 1879, si verificò il crollo improvviso di alcuni muri soprastanti l’edificio. Ciò ebbe come conseguenza un grave deterioramento degli affreschi della struttura e in parte del titolo stesso, con scoperchiamento del locale ottenuto nel VI secolo mediante l’utilizzazione del terreno adiacente allora al titolo. I frettolosi restauri del 1880 vennero ampliati nel corso dei lavori effettuati nel 1930. A questi ultimi lavori si unì l’opera del Vielliard per la rivalutazione del titolo stesso e della sua importanza storica.
Il titolo era tornato di mosaici ed affreschi. Tracce tuttora esistenti del pavimento in mosaico, assai semplice a tessere bianche e nere, e quelle di alcuni motivi ornamentali affrescati sulle volte sembrano essere del III secolo, quando cioè i locali erano adibiti a scopi commerciali. Nel secolo IX, per iniziativa di Sergio II, vengono affrescate diverse immagini sacre: di esse rimangono frammenti più o meno vasti. Di tutti questi affreschi, pagani e cristiani, ai primi del secolo XVII Marco Tullio eseguì per il cardinale Francesco Barberini copia in disegni ora conservati nel manoscritto Barb. Lat. 4405 oggi conservato nella Biblioteca Vaticana. In una delle sale attuali del titolo, è un mosaico fatto fare da Papa Simmaco all’inizio del VI secolo in onore di San Silvestro. Ormai quasi interamente deteriorato in modo irreparabile, il mosaico rappresenta il Santo con ai piedi Papa Simmaco. Durante i lavori eseguiti ad opera del Filippini nel secolo XVII, ne venne curata la riproduzione, ma con l’interpretazione errata del medesimo (Madonna con San Silvestro) nel sovrastante mosaico.