La basilica di Santa Maria in Trastevere
La basilica di Santa Maria in Trastevere, monumento di grande fascino e richiamo per i turisti e i pellegrini della città di Roma, costituisce il cuore e il punto di riferimento storico del quartiere di Trastevere. La tradizione vuole che la chiesa sia stata edificata nel III secolo nel luogo chiamato “fons olei”, laddove nell’anno 38 a.C., per un miracolo, scaturì dal terreno una polla di olio minerale, a significare la futura venuta del Signore fonte di vita. La basilica fondata da San Giulio (341-352), presso il Titulus Callisti, creato da San Callisto Papa (221-227), fu ricostruita da Papa Innocenzo II tra il 1130 e il 1143. Successive a questa fase sono le importanti decorazioni a mosaico del Cavallini. Ulteriori abbellimenti e aggiunte risalgono ai secoli XVI e XVIII, fino agli interventi di restauro del secolo scorso, voluti da Papa Pio IX. L’edificio del XII secolo è costituito in forme romaniche, così come il campanile a più piani, ornato da un’immagine sacra della Madonna e in seguito da un grande orologio.
Sulla facciata spiccano i mosaici della Madonna in trono con 10 figure femminili realizzate in varie fasi nel corso del Duecento. Sotto il portico d’ingresso sono murati numerosi pezzi archeologici in marmo; iscrizioni, plutei, pannelli decorativi e sarcofagi. Essi costituiscono un’importante raccolta di materiale archeologico che prelude ai tesori artistici conservati all’interno. I portali di ingresso sono ornati da fregi floreali di grande bellezza, provenienti dalle terme di Caracalla e qui riutilizzati del cardinale Marco Sittico Altemps, titolare della basilica negli anni 1584 - 1595.
Il grandioso interno basilicale è diviso in tre navate da imponenti colonne in granito egiziano, provenienti anch’esse da perduti monumenti archeologici, così come i frammenti di trabeazione e le mensole superiori, asportate dalle terme di Caracalla. Notevole è la ricchezza di elementi architettonici e marmi antichi: nel pavimento di tipo cosmatesco si ammirano grandi ruote di porfido e breccia verde, mentre quattro colonne di porfido sorreggono il ciborio. L’abside ha una ricchissima e famosa decorazione a mosaici del Cavallini della fine del XIII secolo, con le Storie della Vergine e della Natività di Gesù, splendenti di colori dopo tanti secoli, anche grazie al recente restauro. Sopra questi, sono altri mosaici con Profeti, Santi, e il Papa Innocenzo II con al centro la splendida scena di Gesù che abbraccia Maria, sua madre, posta sullo stesso trono.
La fascia di affreschi sopra il coro risale al Seicento, e ben si accorda ai colori e alle dimensioni delle figure dei mosaici soprastanti. La definizione cromatica dell’interno della chiesa è arricchita dal bellissimo soffitto ligneo a cassettoni mistilinei dorati e dipinti, eseguito su disegno del Domenichino, che dipinse anche l’immagine centrale dell’Assunta. La grande ricchezza degli ornamenti corrisponde alla variata architettura delle cappelle laterali tra cui spicca per originalità d’impianto e per l’unitaria decorazione quella della famiglia Altemps, a sinistra del presbiterio. La struttura a volta di Martino Longhi è decorata riccamente da stucchi dorati e affreschi con le immagini del Concilio di Trento dovute a Pasquale Cati, artista tardo-manierista che nello stesso periodo (1585-1586) lavora alla decorazione delle sale del palazzo Altemps in Campo Marzio. L’icona della Madonna della Clemenza, alla quale è dedicata la cappella, è stata datata nel pieno VI secolo ed è probabilmente all’origine della dedica della chiesa alla Vergine Maria.
Nella navata sinistra, la cappella della famiglia Ávila di Antonio Gherardi presenta una originale architettura barocca che gioca con i chiaroscuri della luce filtrata da un doppio cupolino. Le bellezze del tempio non terminano nell’aula basilicale, ma si trovano anche nella Sagrestia, al cui ingresso si ammirano due quadretti a mosaico di epoca romana, vari iscrizioni antiche e un piccolo sarcofago.