La basilica paleocristiana di San Clemente al Celio
In fondo alle scale che conducono agli scavi si trova un affresco del IX secolo raffigurante il Giudizio Particolare, dove il Cristo impartisce una benedizione a due figure inginocchiate, i santi Cirillo e Metodio. Sulla parete opposta è visibile l’affresco del “miracolo del Mar d’Azov”. L’affresco raffigura un bambino che, per miracolo, è riuscito a sopravvivere alle acque tumultuose del Mar d’Azov. Una volta l’anno, la bassa marea lasciava scoperta la tomba di San Clemente in fondo al mare e, in un’occasione, un bambino rimase prigioniero delle onde, ma solo per essere ritrovato, l’anno dopo, sano e salvo. Nell’affresco si osserva il momento in cui la madre, dopo averlo ritrovato, lo stringe teneramente a sé. Più avanti si trova un affresco dello stesso periodo (fine XI secolo) raffigurante la traslazione nella basilica delle reliquie di San Clemente, che i santi Cirillo e Metodio avevano riportato a Roma nell’869.
Vari frammenti di sculture e iscrizioni occupano le pareti opposte rispetto all’ingresso della navata centrale. Nella navata centrale della basilica del IV secolo si trova un affresco che raffigura la leggenda di Sant’Alessio, creato su un contrafforte costruito nel IX secolo per sostenere alcune colonne danneggiate dal terremoto dell’847. Scoperto nel 1861, un altro famoso affresco rappresenta San Clemente che celebra la messa e, nel pannello inferiore, reca il primissimo esempio conosciuto di scrittura nel periodo di passaggio dal latino al volgare italiano.
L’abside dietro l’altare maggiore non è quella originale del IV secolo, ma fu costruita all’inizio del XII secolo come fondamenta della nuova abside della basilica superiore. È necessario passarci attraverso per accedere all’abside originaria della basilica del IV secolo, molto più ampia, eretta nel V - VI secolo su una parte del sottostante mitreo. A destra dell’altare è un affresco del IX secolo, raffigurante un’Anastasi, la discesa di Cristo al Limbo per liberare le anime dei giusti morti prima della sua venuta. Al termine della navata destra è un grande affresco, purtroppo molto danneggiato, in cui Cristo tiene la mano destra alzata in segno di benedizione e stringe un libro decorato con gemme nella sinistra. Poco lontano si trova un sarcofago di marmo di epoca antonina (II secolo d.C.) sulla cui cassa è rappresentata la tragedia di Fedra ed Ippolito.
Nel 1859 venne scoperto un affresco della Madonna con Bambino in una nicchia lungo la navata destra. Dopo qualche giorno cade dalla parete e si frantumò, rivelando però l’attuale Madonna con Bambino tra le Sante Caterina ed Eufemia in uno stato di conservazione quasi perfetto. Per quanti devono la propria fede e cultura cristiane all’opera degli apostoli degli Slavi, i santi Cirillo e Metodio, la tomba di San Cirillo situata al termine della navata sinistra è di grande importanza spirituale e culturale. E’ qui che i pellegrini provenienti dalle nazioni slave si raccolgono in preghiera durante la festa di San Cirillo.