La fondazione dell'ara massima di Ercole al foro boario
Secondo la leggenda, l’area del Foro Boario era infestata da Caco, un terribile gigante che rubava le mandrie e uccideva gli uomini. Quando Ercole, di ritorno dalla Spagna con i buoi tolti a Gerione, si fermò lì sulle rive del Tevere per riposarsi, mentre dormiva Caco riuscì a rubare otto giumente, adottando lo stratagemma di portarle nella propria grotta trascinandole per la coda. Ercole, accortosi della sparizione, non riusciva a ritrovare il bestiame perché le impronte lo riportavano sempre verso la radura dove l’aveva lasciato. Dopo molti giorni, finalmente, il muggito delle vacche rivelò il nascondiglio all’eroe, che si lanciò contro Caco e lo uccise. Allora Evandro, re degli Arcadi, la popolazione che viveva sul Palatino, in segno di gratitudine per averli liberati dal mostro eresse ad Ercole un’ara che fu detta Maxima, i cui resti in blocchi di tufo di Fidene relativi ad un rifacimento del II secolo a.C. sono ancora oggi visibili sotto la chiesa di Santa Maria in Cosmedin.
“O figlio di Giove, Ercole, salve; mia madre, veridica interprete degli dèi, mi predisse che tu avresti accresciuto il numero dei celesti, e che ti sarebbe stata dedicata qui un’ara che un popolo, destinato ad essere un giorno il più potente della terra, avrebbe chiamato Massima e avrebbe venerato secondo il tuo rito. Ercole, porgendogli la destra, disse che accettava l’augurio e che avrebbe adempiuto il volere dei fati edificando e consacrando l’ara. Allora appunto, con una magnifica vacca scelta dalla mandria, fu compiuto da Ercole il primo sacrificio“ (Tito Livio, Storia di Roma dalla sua fondazione, I, 7,10-12).
(Da Roma Archeologica, itinerario n. 20, Elio de Rosa Editore, p. 29)