Ponte Sisto
Il ponte Sisto, che prende il nome dal Papa Sisto IV Della Rovere, fu costruito sui resti di un ponte romano parzialmente crollato alla fine dell’VIII secolo. Il nuovo ponte, che rappresenta l’unica costruzione del genere fatta dei papi, dopo più di un millennio dalla costruzione di un ponte antico, fu realizzato negli anni 1473-75, probabilmente dell’architetto Baccio Pontelli, e rimaneggiato nella parte alta negli anni 1877-79. Si è discusso a lungo con quali, tra i vari nomi contenuti nelle fonti, sia da identificare il ponte di costruito da Sisto IV. È abbastanza probabile che si tratti del ponte fatto fare da Marco Vipsanio Agrippa e restaurato da Valentiniano, nome quest’ultimo con il quale verrà poi indicato il ponte stesso nel Medioevo. Particolarmente importante fu in epoca romana il collegamento con il Campo Marzio, che avveniva attraverso la strada che correva sulla direttrice dell’attuale via dei Pettinari.
Le fonti tarde riportano per questo ponte anche il nome di Aurelius, dalla via Aurelia che iniziava dal Trastevere, o Janiculensis o Ruptus, riferendosi al collegamento col Gianicolo oppure alla condizione diruta del ponte dopo il crollo avvenuto nell’anno 792. In occasione della ristrutturazione eseguita da Valentiniano e Valente, all’inizio del ponte, sulla sponda sinistra, fu eretto un arco onorario, decorato con statue di bronzo degli imperatori, alcuni frammenti delle quali furono rinvenuti nel fiume nel 1878. Nel medesimo anno, in occasione di lavori eseguiti per regolarizzare la riva destra, è stato scoperto tutto un arco del ponte antico, che poggiava ancora su un pilastro originario, che era di misura maggiore di quelli del ponte Sistino. Un altro importante rinvenimento è quello relativo ad alcune iscrizioni incise sui pilastrini del parapetto, contenenti i nomi di Valente e Valentiniano, che dimostrano che il ponte fu ricostruito nell’anno 367 da questi due imperatori. Al momento della costruzione delle Mura Aureliane (275 – 280 d.C.) il tracciato del nuovo recinto urbano nella parte del Trastevere, dovete essere leggermente spostato verso nord, allo scopo di includere il ponte stesso.
(da: ROMA ARCHEOLOGICA, Elio de Rosa Editore, pp. 37-38).