Il portico e la navata centrale di Santa Cecilia in Trastevere
Entrando nella basilica di Santa Cecilia si passa per un vestibolo con le volte affrescate alla fine del secolo XVI, vi sono raffigurati Sant’Urbano collocato fra i Santi Cecilia, Stefano, Lorenzo e Valeriano, mentre sulle pareti vi sono paesaggi con Santi e eremiti. Gli autori, poco conosciuti, sono M. Ganassini e M. Parmigiano. Ai lati dell’ingresso sono posti due monumenti funebri di cardinali, entrambi titolari della basilica: a sinistra quello del card. Niccolò Forteguerri e a destra quello del card. Adam di Hartford. Il monumento del cardinale Forteguerri fu smembrato e ricostruito nel 1895 e oggi si presenta non molto omogeneo: la Madonna col Bambino e la figura sono unanimemente attribuite a Mino da Fiesole, mentre le statue di San Nicolò e Santa Cecilia sono di ignoto scultore romano. A destra dell’ingresso è, invece, la tomba del cardinale Adam di Hartford: sul sarcofago è riconoscibile lo stemma dei Plantageneti, famiglia reale a cui apparteneva il cardinale. Anche questo monumento ha subìto spostamenti e mutilazioni: originariamente era presso l’abside, poi fu spostato sotto il portico e infine, nel 1595, fu situato dove lo vediamo oggi.
Si accede poi all’interno della navata centrale della basilica. Ben poco rimane dell’originale basilica altomedievale di Pasquale I, di fatto solo il mosaico (e non nella sua originale dimensione). Dobbiamo immaginarla come una chiesa di una rigorosa semplicità: le grandi arcate, poste sopra 12 colonne per lato con basi ioniche e capitelli corinzi, reggevano dei muri in mattoni tirati su senza particolari accorgimenti tecnici con ondulazioni e irregolarità. Sopra ciascuna arcata si aprivano delle finestre con arco a tutto sesto; ora le finestre, del tutto modificate, si aprono sopra i coretti muniti di grate. Dietro queste grate, nelle lunghe gallerie ricavate sopra le navate laterali coperte da volte, le monache potevano seguire le cerimonie religiose.