L'ingegnere Paolo Orlando e la fondazione della Garbatella
La fondazione della Garbatella, borgo operaio e marinaro, è indiscutibilmente legata alla caparbia azione dell’ingegnere Paolo Orlando, un tecnocrate di origine genovese che volle più di altri nei primi anni del ‘900, sviluppare l’idea industriale di Roma nella zona sud-ovest, tra il Testaccio e l’Ostiense. Questo progetto, secondo l’Orlando, poteva realizzarsi appieno solamente ad una condizione: quella di realizzare uno sbocco della capitale al mare. L’edificazione della Garbatella infatti, faceva parte di un disegno più grande, che prevedeva la costruzione di un porto fluviale alle spalle della basilica di San Paolo e di un canale navigabile parallelo al Tevere che arrivasse fino al Tirreno, nonché di una ferrovia elettrica che collegasse la città con il lido.
Paolo Orlando non era certo un democratico e tantomeno un socialista, ma un moderato di idee liberali. Era amico del Medici del Vascello, legato agli ambienti nazionalisti, ai cattolici e alla finanza vaticana, espressione del mondo economico romano più retrivo. Con alterne fortune cercò di portare avanti questo ambizioso progetto come consigliere di minoranza durante la giunta social-democratica di Ernesto Nathan, e poi come assessore all’agro romano nella consigliatura guidata dal principe Prospero Colonna, che seguì quella del sindaco massone.
Nella sua azione come presidente di diversi comitati ed enti per lo sbocco di Roma al mare e per lo sviluppo della zona industriale e marittima coinvolse banche e altre aziende private che in quel periodo storico, prossimo al primo conflitto mondiale, intravedevano in quella operazione dei grossi vantaggi economici.
Ma chi era Paolo Orlando? Il giovane Orlando, figlio di Luigi, nato a Genova il 6 aprile del 1858, si laureò presto in ingegneria al Politecnico di Milano e si appassionò fin da subito ai problemi della navigazione delle acque interne e allo sviluppo industriale e marittimo di Roma. A questo scopo presentò negli anni seguenti diversi progetti al governo. Esponente della Lega Navale, portavoce degli industriali romani, fu presidente del Comitato nazionale pro Roma marittima del porto di Roma e la navigazione del Tevere e del Nera durante la sindacatura di Prospero Colonna, e presidente della Associazione pro quartiere San Paolo in Roma e della Società Marina di Roma. Nel 1907 accettò la candidatura dell’associazione commerciale industriale agricola romana e fu eletto consigliere comunale di minoranza durante la giunta Nathan. Nel 1914, cambiata nuovamente la direzione amministrativa della città, divenne assessore all’agro romano e all’annona, carica che mantenne fino al 1920. Fondò l’Ente autonomo per lo sviluppo marittimo e industriale di Roma (SMIR) nel febbraio del 1919. Divenne Senatore del Regno nel 1934 e, chiusa l’infelice esperienza romana, tornò a Livorno. Morì il 3 settembre 1943 a Rapallo, nella villa dove si era ritirato allo scoppio della guerra.