L'area dei fori imperiali, cuore della città antica
L’attuale via dei Fori Imperiali, completata nel 1932, attraversa l’area più importante della città antica. Qui si trovava il Foro Romano, che dall’VIII secolo a.C. era spazio di circolazione, luogo di commerci, di attività politiche e di amministrazione della giustizia. Giulio Cesare per primo realizzò accanto all’antico Foro Romano una nuova piazza monumentale, per dare maggiore spazio alle attività pubbliche e come simbolo del potere raggiunto. Il suo esempio fu seguito da Augusto, Vespasiano, Domiziano, Nerva e Traiano, e nel giro di poco più di un secolo la vasta zona compresa tra il Campidoglio e il Quirinale, la collina della Velia e il Foro Romano fu occupata da costruzioni grandiose, ricche di opere d’arte: i nuovi fori divennero il centro della propaganda imperiale.
IL FORO DI AUGUSTO
Nel 42 a.C. si svolse a Filippi, in Grecia, la battaglia in cui morirono gli assassini di Giulio Cesare. Il giovane vincitore Ottaviano, futuro imperatore Augusto, aveva promesso, in caso di vittoria, di costruire a Roma un tempio dedicato a Marte Vendicatore (Mars Ultor). Il tempio divenne il fulcro del nuovo foro, che il primo imperatore inaugurò con grande solennità nel 2 a.C. L’edificio aveva portici monumentali decorati da statue che ricordavano i personaggi importanti della storia di Roma e della famiglia di Augusto.
IL FORO DELLA PACE
Il più anomalo dei fori imperiali fu costruito da Vespasiano tra il 71 e il 75 d.C. Non si trattava infatti di un vero e proprio foro ma di un santuario, che ospitava un’aula dedicata alla dea della Pace e un giardino-museo in cui si svolgevano attività culturali e amministrative. In una delle grandi sale si trovava forse l’archivio catastale, dove era conservata la Forma Urbis Severiana, una grandiosa pianta di Roma incisa sul marmo, che l’imperatore Settimio Severo fece realizzare nel III secolo d.C. Il muro dove era applicata la grande pianta marmorea fa parte oggi della chiesa dei Santi Cosma e Damiano.
IL TEMPIO DI VENERE E ROMA
Sulla grande terrazza che domina la valle del Colosseo, al centro di un vasto colonnato, era il tempio di Venere e Roma, il più grande della città. Il progetto fu forse opera dello stesso imperatore Adriano, che volle dedicare l’edificio alla città eterna e alla dea Venere, madre di Enea progenitore di Roma. Per realizzare l’immenso edificio fu demolito il grande atrio della Domus Aurea, la fastosa residenza costruita da Nerone. Il tempio fu inaugurato nel 141 d.C. dal successore di Adriano, l’imperatore Antonino Pio. Danneggiato da un incendio nel 307 d.C., fu ricostruito da Massenzio.
LA BASILICA NOVA SULLA VELIA
Massenzio, nel corso del suo breve regno dal 306 al 312 d.C., realizzò a Roma grandi edifici, il più importante dei quali fu la Basilica Nova sulla collina della Velia, costruita dove prima sorgevano templi e magazzini. L’edificio, noto oggi come Basilica di Massenzio, si differenziava delle altre basiliche della città per la tipologia architettonica nuova, simile a quella degli impianti termali. Lo spazio interno, riccamente decorato, era suddiviso in tre navate coperte da immense volte a crociera con colonne alte 15 m. Costantino, dopo aver sconfitto Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio, fece sistemare nella basilica costruita dal rivale una propria statua colossale, i cui resti sono visibili in Campidoglio nel cortile del Palazzo dei Conservatori .