Il Castello Pierleoni - Caetani all'Isola Tiberina
Il Castello dei Pierleoni - Caetani è a ridosso dell’ospedale Fatebenefratelli ed è costituito da un complesso di palazzetti costruiti nell’arco di quattro secoli sull'isola, intorno al primo elemento architettonico che è la possente torre eretta nel X secolo dai Pierleoni. Questa fa da testata al ponte Fabricio con la sua tozza mole, nonostante abbia un soprannome gentile, la torre della “pulzella”. Il nomignolo fa infatti riferimento alla minuscola testa di giovanetta in marmo incastrata nel paramento di mattoni a cortina.
Nel 1087 vi si insediò la contessa Matilde di Canossa con il Papa Vittore III, mentre a Roma spadroneggiava l’antipapa Clemente III. La torre fu pertanto sede pontificia, probabilmente tra il giugno e luglio di quell’anno, quando poi il papa si ammalò e preferì ritirarsi nell’abbazia di Montecassino da dove era stato chiamato, sia pure controvoglia, per salire sul trono di Pietro. Se ne andò da lì anche la contessa Matilde, cosicché la torre fu nuovamente abitata dai Pierleoni. Ma loro furono ben contenti l’anno dopo di ospitarvi il nuovo Papa Urbano II, che vi risedette per un anno fino all’aprile del 1089, quando la buona stella dell’antipapa tramontò e così il legittimo pontefice poté riprendere la guida della Chiesa. La torre non ebbe più storia; i caseggiati costruiti intorno servivano solo come rafforzamento della posizione strategica che il possesso dell’Isola Tiberina offriva all’assalto di stranieri invasori o di fazioni politiche.
Dopo i Pierleoni subentrarono nel possesso i Romani, dopo di loro i Normanni, finché al tempo di Papa Bonifacio VIII giunsero i Caetani, che dovettero ben presto abbandonare torre e palazzetti con lo spostamento della sede pontificia ad Avignone. La occuparono subito i Tomacelli, ma Bonifacio Tomacelli nel 1389 la restituì ai Caetani, che da allora diedero maggiore consistenza agli edifici e restaurarono la stessa torre. Finì inglobata nel complesso anche la Chiesa di San Bartolomeo, ben più antica. I Caetani risedettero qui fino al 1470 sottoponendo tutti gli edifici a frequenti restauri, ma il complesso era continuamente eroso dalle intemperie e minacciato dalle piene del Tevere. Così divenne impossibile abitarvi e fu abbandonato a sé stesso; eppure le strutture erano possenti, anche se non aggraziate, tanto che il castello rivelava, secondo Piero Tomei, una somiglianza sorprendente con il Palazzo di Venezia.
La situazione del complesso precipitò con la piena del Tevere del 1557, che travolse la torre e le altre costruzioni, nonché la parte destra della Chiesa. Fu allora che i Caetani vollero definitivamente rinunciare a questa proprietà: donarono il complesso semidistrutto ai Padri Francescani, che si dedicarono ad un ampio lavoro di restauro trasformando la serie dei caseggiati in un monastero. Dopo il 1870 il monastero divenne proprietà dello Stato Italiano, che lo cedette al Comune di Roma. Nel 1870 l’edificio conventuale fu dotato di un ospedale per gli Ebrei, e a tale funzione è (in parte) adibito ancora oggi avendovi sede il moderno Ambulatorio Israelitico.