L'isola Tiberina
La tradizione voleva che l’Isola Tiberina si fosse formata quando il popolo, cacciato Tarquinio il Superbo nel 509 a.C., riversò nel Tevere i covoni di grano saccheggiato nel Campo Marzio, che era appartenuto al re fuggitivo. In realtà l’isola si era formata naturalmente ed assai prima in un punto in cui il letto del fiume si allarga e la forza della corrente si attenua. Questo luogo era di straordinaria importanza perché, facilitando il passaggio del Tevere, consentiva la continuità dell’itinerario che metteva in comunicazione il sud e il nord della fascia costiera tirrenica. L’isola fin dalle origini di Roma era un punto strategico e come tale fu tra le cause determinanti del sorgere della città.
Arginata da un grosso muro e sagomata artificialmente (in origine era lunga 275 metri e larga solo 65), l’Isola Tiberina era sistemata in modo da imitare la forma di una nave, con un obelisco innalzato al centro a mo’ di albero, accentuando la somiglianza. Non una nave qualunque, ma quella che, nel 291 a.C., aveva portato dalla Grecia il serpente (vivente) sacro al dio della medicina Esculapio. A seguito della guarigione della città da una terribile epidemia di peste, vi fu costruito il Tempio di Esculapio, e da quel momento in poi l’isola acquistò un carattere permanentemente sacro, connesso con il culto del dio guaritore, di Juppiter Jurarius (protettore dei giuramenti), di Fauno (divinità delle fonti e dei boschi), e con le relative pratiche salutari.
Il tempio più importante, ovviamente quello di Esculapio, era integrato da portici ed altri edifici che ospitavano i numerosi malati in attesa di una miracolosa quanto improbabile guarigione. L’isola ha mantenuto la sua funzione ospedaliera fino ai nostri giorni, con la presenza in essa dell’Ospedale San Giovanni Calibita o Fatebenefratelli, fondato nel 1584 dal Padre Generale della Congregazione di San Giovanni di Dio, Pietro Soriano.
Verso la fine della Repubblica l’Isola Tiberina fu collegata da robusti ponti ad entrambe le sponde del fiume: il Ponte Fabricio, verso la riva sinistra, fu costruito nel 62 a.C. ed è ancora intatto; il Ponte Cestio, verso la riva destra del Trastevere, fu costruito nel 46 a.C., ricostruito nel 370 d.C. dagli imperatori Valentiniano, Valente e Graziano, ma purtroppo completamente rimaneggiato alla fine del XIX secolo.