L'origine dell'isola tiberina e del culto di Esculapio
L’isola Tiberina è l’unica isola del Tevere nel tratto urbano del fiume. Secondo Dionigi di Alicarnasso, Livio e Plutarco, la sua origine doveva attribuirsi ai covoni di grano mietuto nelle proprietà dei re nel Campo Marzio e gettati nel fiume dopo la cacciata di Tarquinio il Superbo. Il mito delle origini dell’isola è quindi legato alla sfera del sacro, anzi ad una “sacra discarica”, come lo era pure il fiume: a questa simbologia sacrale è legata anche la notizia che Tarquinio il Superbo venne ucciso proprio sull’Isola Tiberina.
Il guado, che univa in epoca arcaica le due rive del fiume, non sembra aver utilizzato l’isola come passaggio, ma venne collocato piuttosto a valle di questa. I ponti Sublicio e poi Emilio sfruttarono il rallentamento della corrente, che l’isola stessa generava, con la sua presenza al centro del fiume. Le fonti non menzionano l’isola prima del 291 a.C., quando a seguito di una pestilenza vi venne introdotto il culto di Esculapio, facendo trasportare da Epidauro un serpente, simbolo sacro del dio della medicina. L’episodio è rappresentato vivacemente in un medaglione di Antonino Pio, dove si vede un serpente che scende da una trireme posta sotto alcune arcate e balza sull’isola, resa convenzionalmente come uno scoglio roccioso sul quale si trovano tre alti edifici ed un albero.
Le motivazioni della scelta dell’isola per porvi un culto medico, ma sostanzialmente per collocarvi un ospedale / luogo di ricovero per persone malate, sono intuibili: si trovava fuori del pomerium, e quindi era adatta ad ospitare sia il culto straniero, sia persone ammalate, vi era una sorgente abbondante di acqua corrente, era in una posizione di isolamento rispetto alla parte abitata della città in caso di epidemie. La presenza e la fortuna del culto di Esculapio determinarono la destinazione ospedaliera dell’isola, ma si può anche pensare che l’uso di quel luogo di isolamento per gli ammalati sia stata proprio una funzione originaria e la dedica all’attività medica con la costruzione di un tempio e relativi portici, dove è attestata anche la pratica della incubatio, ne sia stata una conseguenza naturale. La destinazione ospedaliera è continuata per tutta l’epoca tardo-antica e nel Medioevo, e anche oggi con l’ospedale Fatebenefratelli. L’isola è detta Tiberina, ma anche isola di Esculapio o isola del serpente, nelle fonti tardo-antiche è ricordata come “insula inter duos pontes” e così è definita nella pianta marmorea di Roma, la Forma Urbis Severiana; nel medioevo fu detta Insula Lycaonia.
All’isola nel I secolo a.C. venne data la forma di una nave con la sistemazione della prua a valle e della poppa a monte in blocchi di peperino e travertino, come una imbarcazione che scenda lungo la corrente del fiume. I blocchi sono conservati solo sulla prua, dove si trova anche un rilievo con la testa di Esculapio, il serpente intorno al bastone del dio e una testa di toro, forse un ormeggio. In epoca augustea l’isola venne inserita nella Regio XIV Trans Tiberim.
(testo tratto da ROMA ARCHEOLOGICA, Elio de Rosa Editore, pp. 28-29; le immagini sono di Romolo Augusto Staccioli, Roma Caput Mundi, ed. Vision, pp. 82 sgg.).