L'influsso del mondo greco ed etrusco sulla religione romana
Riguardo alle influenze di altre civiltà, la religione romana deve indubbiamente molto a quella etrusca e quella greca. Mentre la civiltà etrusca fu però particolarmente importante nell’ambito dei riti, dei collegi sacerdotali e della divinazione, la religione greca arrivò a plasmare una parte del Pantheon romano. Sebbene gli studiosi non siano convinti dell’informazione di Varrone, secondo il quale i romani avrebbero adorato gli dèi fino all’epoca dei re etruschi senza mai raffigurarli per mezzo di sculture o di altre immagini, è indubbio però che i greci ebbero un ruolo determinante nel dare corpo e identità alle divinità romane. L’influsso greco si esplicò in due diversi modi, l’assimilazione e il prestito.
Da una parte le divinità romane furono assimilate a quelle greche, acquisirono cioè l’aspetto, la storia, la personalità, i caratteri antropomorfi dei loro corrispondenti greci. Tale processo fu naturalmente permesso dalla comune eredità indoeuropea, grazie alla quale le divinità principali dei due popoli, pur avendo nomi diversi, avevano funzioni simili. La mitologia, nel senso di insieme di racconti che legano gli dèi attraverso vincoli di parentela, storie di odio e amore, ecc., è tipica della civiltà greca, non di quella romana, che tende invece a storicizzare tutto, anche le divinità. Fu per assimilazione che Giove acquisì i tratti di Zeus e divenne marito di Giunone, a sua volta assimilata a Hera, mentre Marte fu assimilato ad Ares divenendo loro figlio e così via.
Il secondo modo in cui si manifestò l’influsso ellenico consiste invece nella introduzione ex novo di divinità greche, che andarono ad aggiungersi al Pantheon romano, senza assimilarsi a entità divine preesistenti, e conservando quindi il loro nome greco: è questo il caso dei Dioscuri, di Apollo, di Asclepio/Esculapio.
(da: ROMA ARCHEOLOGICA, itinerario n. 20, Elio de Rosa Editore, p. 8).